Ventriloquia, una storia millenaria
Manuale pratico per il Ventriloquo moderno – corso di ventriloquia
Disponibile anche il Videocorso
Ventriloquia, le origini e la storia
Nel 1714, tale Justice Robe, decise di burlarsi di un conoscente di nome Thomas Britton, un umile carbonaio passato alla storia come uno dei primi organizzatori di concerti in Inghilterra. Robe ingaggiò quindi un ventriloquo chiamato Honeyman, conosciuto come “Talking Smith”, per mettere in scena uno scherzo un po’ sinistro. Fu così che Britton sentì una voce annunciare la sua morte nel giro di poche ore, a meno che non fosse caduto in ginocchio e avesse pregato. Britton, all’oscuro che la voce fosse quella di un ventriloquo, obbedì immediatamente e cominciò a pregare, ma purtroppo non si riprese dallo shock e morì improvvisamente pochi giorni dopo.
Un triste aneddoto ma significativo, che riconduce la ventriloquia al suo ruolo occulto ben più antico, legato alla mistificazione e alla comunicazione coi morti, i demoni o gli dei.
Le origini non sono certe ma si può ipotizzare che la ventriloquia abbia avuto inizio con le risposte degli oracoli, delle sibille e di coloro che nell’antichità impersonarono o rappresentarono gli dei nelle consultazioni. In molti casi, l’incontro tra uomini e divinità avveniva attraverso la mediazione di sacerdoti o stregoni, che spesso utilizzavano la ventriloquia nella divinazione e nelle iniziazioni religiose. “Ventriloquus” trova infatti, tra i significati che ha avuto nel corso della storia, termini come ‘indovino’ e ‘ossesso’, riferendosi quindi alla comunicazione tra uomo e divinità, mediata da uno stregone. Tali stregoni davano l’impressione che la voce non uscisse dalla loro bocca, ma da qualcun altro all’interno di essi o da altrove.
I termini «ventriloquo» e «ventriloquia», secondo i dizionari
etimologici, entrano in italiano a partire dal XVIII secolo, anche se “ventriloquus” esiste già nel latino. La ventriloquia, definita dai dizionari una pratica di illusionismo fonico, era già conosciuta nell’antichità, tanto che
Aristofane e Platone conoscevano gli engastrimuthoi (coloro che parlano nel ventre).
Aristofane e Platone conoscevano gli engastrimuthoi (coloro che parlano nel ventre).
Ventriloquia e divinazione
All’arte della ventriloquia si ricollega, fin dall’antichità, il passaggio biblico della strega di Endor, negromante consultata da Saul, primo re del regno di Israele, con lo scopo di ottenere consigli sulla battaglia contro i Filistei. Saul chiese di invocare lo spirito di Samuele che puntualmente si presentò e si fece da lui sentire, presagendo la vittoria dei Filistei.
Degne di nota sono le consultazioni all’oracolo di Delfi, i cui responsi venivano dati dalla cosidetta Pizia, probabilmente in uno stato di alterazione mentale, allucinazioni o trance. Significative furono le consultazioni dell’indovino greco Euricle, che prediva il futuro attraverso una voce interiore con la quale si esprimeva un demone, pratica definita gastromanzia, attività molto remunerativa. Euricle, fondò persino una scuola che contò numerosi discepoli chiamati “engastrimanteis”, o dal nome del suo fondatore, Euriclaidi.
Di pratica ingannevole se ne parla in modo esplicito solo nel 1584 in “Discoverie of Witchcraft“, libro nel quale Reginald Scott denuncia l’imbroglio di suddette streghe, cercando di aprire gli occhi al pubblico e alla chiesa, palesando il trucco e provando a porre fine alle esecuzioni per stregoneria.
Diversamente a quanto si è pensato nei secoli, la ventriloquia non ha nulla a che vedere con la capacità dello stomaco o del diaframma, di produrre voci e parole, ma è possibile grazie ad una particolare abilità linguistica e dell’apparato boccale.
Il ventriloquo diventa performer
Le prime testimonianze della ventriloquia ludica e dilettevole, utilizzata come forma di intrattenimento, risalgono al XVIII secolo. Nel 1772 l’abbé Jean Baptiste de la Chapelle pubblicò il primo testo su quest’arte, intitolato “Ventriloque, ou l’engastrimythe”, contribuendo alla demistificazione del ventriloquismo, relegando la pratica nel campo della magia e dell‘inganno. Nel libro racconta di aver
scambiato lettere con un ventriloquo tedesco, il Barone Von Mengen, artista capace, durante una rappresentazione, di dar vita ad otto personaggi con voci differenti, e di aver conosciuto un ortolano parigino di nome Saint-Gille, che utilizzava un fantoccio per i suoi spettacoli. Quest’ultima pare la prima testimonianza dell’utilizzo di pupazzi nella storia della ventriloquia.
scambiato lettere con un ventriloquo tedesco, il Barone Von Mengen, artista capace, durante una rappresentazione, di dar vita ad otto personaggi con voci differenti, e di aver conosciuto un ortolano parigino di nome Saint-Gille, che utilizzava un fantoccio per i suoi spettacoli. Quest’ultima pare la prima testimonianza dell’utilizzo di pupazzi nella storia della ventriloquia.
A partire dal 1798, Robertson impressionò il pubblico francese invocando fantasmi nei suoi spettacoli, portando nelle sale la cosiddetta fantasmagoria. Spettri e mostri danzavano sul pubblico, volando da diverse angolazioni. Odore di incenso, cigolii e giochi di luce creavano la giusta atmosfera, resa ancora più credibile dalla voce dell’assistente ventrilocuo Fitz James.
Tra i primi ventriloqui protagonisti di un proprio spettacolo troviamo l’illusionista svizzero Comte che si esibì durante la prima metà dell’800. Napoleone pare presenziò allo spettacolo di un ventriloquo, un tale chiamato Le Sieur Thienet, che tra le altre cose, riusciva ad imitare il latrato di un cane. Celebre fu l’illusionista britannico Colonel Stodare, che intorno al 1865 intrattenne la famiglia reale degli Windsor. Morì un anno dopo e suo fratello Alfred continuò a portare in scena il suo spettacolo, con il ventriloquo G.W. Jester.
Sempre nel XIX secolo si esibirono in America ventrilocui tra cui il mago e ipnotista Richard Potter, che imitava gli uccelli e Horace Goldin, illusionista che utilizzava una “mano parlante”. In Inghilterra comparve colui che invece viene definito il primo ventriloquo moderno, Fred Russel. Significativo fu Jules Vernon con la sua serie di personaggi comici, tra cui il balbuziente George e la sorella Nettie col labbro leporino. Arthur Prince fu invece il primo ventriloquo che poteva bere e parlare nello stesso tempo; degni di nota a cavallo tra ‘800 e ‘900 furono Thora, Harry Lester, Cherles Mack, Fred Ketch, Albert Saveen, Nestor Hardy, Raimond Harter, Edward Elliot, Gregory Donskoi, Lydia Dreams, Emily and Walter e Will Cowling.
(Per un elenco più completo di ventriloqui, compresi artisti che si esibirono nella seconda metà del ‘900, invito a consultare questa pagina.
Ventriloqui oggi, nel mondo e in Italia
Tra i più recenti ventriloqui internazionali troviamo lo stand up comedian Jeff Duhnam e Terry Fator capace di dar vita a 16 pupazzi e utilizzare più di cento voci e caratteri differenti.
Tra i ventriloqui conosciuti in Italia troviamo Dante Cigarini, Andrea Fratellini, René Luden, Samuel Barletti e Pietro Ghislandi. Negli anni ’80, in Italia, fu celebre in Tv Josè Luis Moreno, col famoso pupazzo Rockfeller, uno sfacciato corvo antropomorfo.
Curiosità e talent show
Pare che i ventriloqui siano tornati alla ribalta più che mai, soprattutto nei talent show. Il fenomeno più ecclatante è certamente quello di Darcy Lynn Farmer, una bambina di 12 anni che con il suo pupazzo, la coniglietta Petunia, ha vinto la dodicesina edizione di America’s got talent, nel 2017. Guarda il video.
Nel 2015 fece invece successo, ma finì al centro di un acceso dibattito, un ventriloquo francese, Marc Mètral, nel programma Britain’s got Talent, con un numero molto divertente. Il pupazzo in questione era nientemeno che il suo cane Wendy. A prima vista risultò incredibile come Wendi aprisse la bocca con incredibile puntualità e ad ogni parola. Si scoprirà tuttavia che quella non era la sua reale bocca, ma una maschera. Dopo il programma fu aperta un’indagie dalla RSPCA, organizzazione che tutela in Inghilterra il benessere degli animali, per verificare se la pratica sull’animale non gli portasse sofferenza. Maggiori info sulla vicenda in questo link.
In Italia, Samuel Barletti vince la quinta edizione di Italian’s got Talent del 2013. Qualche anno prima, nel 2010, si era avvicinato alla vittoria del talent il ventriloquo Andrea Fratellini, arrivando in finale. Fratellini era già stato vincitore della Corrida di Corrado nel 1994, come prestigiatore.
Ventriloquia, pupazzi e cinema
Dimentichiamo per un attimo l’immagine appena descritta del ventriloquo a teatro e in tv, nelle sue vesti comiche e alle prese con fantocci scaltri e irriverenti. A differenza del palcoscenico, il cinema ha spesso dato ai pupazzi ruoli ambigui e malefici, responsabili o coinvolti nella follia di chi li possiede.
Per citare alcuni film, celebre è Magic, pellicola del 1978 con Antony Hopkins, ventriloquo ed ex prestigiatore succube del pupazzo alterego Forca (Fats in lingua originale), che lo trasforma in assassino. Il mostro delle vergini è un film del 1964 (Devil Doll), che parla di un pupazzo assassino di nome Hugo. Ancora più datata è la pellicola Incubi notturni, film a episodi del 1945, nel quale un ventriloquo viene letteralmente posseduto dal suo fantoccio. Il Gran Gabbo (The Great Gabbo) è invece un film drammatico del 1929, ambientato nel Vaudeville. Il film parla del ventriloquo Gabbo, egoista e manipolatore, che anima il suo alterego Otto. Altro film drammatico che vede un ventriloquo tra i suoi personaggi, è Il trio infernale del 1925.
Recente è invece il fantoccio di Saw, l’Enigmista (2004), un pupazzo da ventriloquo di nome Billy, che comunica con le sue vittime al posto di John Kramer; degno di nota è Dead Silence, film horror del 2007 diretto dal regista di Saw, con un pupazzo da ventriloquo sempre di nome Billy. Dummy invece è il pupazzo di Triloquist, un film commedia horror del 2008. Più scanzonata è invece la commedia Dummy del 2003 con Adrien Brody, e drammatico il film Mr Beaver del 2011, con Mel Gibson, il cui alterego è un castoro che lo porterà sulla cresta dell’onda, ma che prenderà il sopravvento su di lui.
Fonti e approfondimenti:
- La Chapelle (Abbé de) Le ventriloque, ou l’ engastrimythe. Londres, chez de L’Etanville, P ., chez la Vve Duchesne, 1772
- V.S.L., Dell’engastrimia o ventriloquo, 1823
- Daniella Iannotta, I labiribti dell’apparenza, effatà, 2002.
- Romolo Capuano, La strega di Endor che parlava attraverso una bottiglia, pdf.
- Tommaso Braccibi, Peripherein ton daimona: la voce del ventriloquo, in “I quaderni del Ramo d’oro” 6 (2013/2014)
- Enciclopedia Treccani, voce ventriloquia.
Manuale pratico per il Ventriloquo moderno – corso di ventriloquia
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