Eclettico e ingegnoso, nel 1796, durante la rivoluzione francese e tre anni dopo la dichiarazione di guerra tra Francia e Gran Bretagna, Robert propose un metodo per bruciare le navi britanniche usando gli specchi di Archimede, dirigendo intense quantità di luce solare sui vascelli che si avvicinavano. Il governo tuttavia non accolse la sua proposta di aiuto, ma senza scoraggiarsi continuò nelle sue ricerche dando inoltre dimostrazioni pubbliche dei suoi esperimenti.
Debuttò al Pavillon de l’Echiquier il 23 gennaio 1798 davanti ad una sessantina di persone, dichiarando in scena che avrebbe evocato i parenti morti del pubblico presente. Di seguito la testimonianza di Poultier, un noto ed importante giornalista dell’epoca:
Un decemviro della Repubblica ha detto che i morti non tornano piú, ma assistere alla mostra di Robertson vi convincerá presto del contrario, perché vedrete folle di morti tornare alla vita. […] Alle sette un uomo magro e pallido, entrò nella stanza dove eravamo seduti, e dopo lo spegnimento delle candele ha detto “cittadini e signori, io non sono uno di quegli avventurieri e truffatori impudenti che promettono più di quello che possono fare. Ho assicurato il pubblico nel Journal de Paris, che posso portare i morti alla vita, e lo farò. Quelli della società che desiderano vedere le apparizioni dei loro cari passati ad altra vita a causa di malattia o per altro, devono solo parlare e io obbediró ai loro comandi”. Un attimo di silenzio, e un uomo coi capelli arruffati e gli occhi tristi esclamò: “non essendo stato capace di riaccendere il culto di Marat, sarei almeno contento di vederne la sua ombra”. Robertson immediatamente gettó sul braciere contenente carboni accesi, due bicchieri di sangue, una bottiglia di vetriolo, alcune gocce di acquaforte e due numeri della rivista des Homme Litris e immediatamente apparse in mezzo al fumo provocato dalla combustione di queste sostanze, un orrendo fantasma armato di pugnale, che indossava il cappuccio rosso della Libertà. L’uomo per la cui volontà era stato evocato il fantasma sembró riconoscere Marat, e si precipitò in avanti per abbracciare la visione, ma il fantasma fece una smorfia spaventosa e scomparve. Robertson gettò sul braciere alcune piume di passero, un pezzo o due di fosforo e una dozzina farfalle secche. Apparse una bella donna con il seno scoperto e i capelli che le accarezzavano il corpo e sorrise al giovane con tenero riguardo e dolore. Un individuo seduto accanto a me improvvisamente ha esclamato “O cielo! è mia moglie tornata alla vita”, e si precipitò fuori dalla stanza, pensando di aver visto un fantasma.
Robertson fece diversi spettacoli finchè venne indagato dalle autorità. Le sue rappresentazioni vennero vietate per la preoccupazione che fosse rievocato il fantasma di Luigi XVI, tutto per una semplice richiesta fatta da un membro del pubblico, che probabilmente destò scompiglio. Viaggiò poi a Bordeaux per calmare le acque e nel frattempo elaboró ulteriormente lo spettacolo per tornare a Parigi due settimane dopo per mettere in scena il suo Fantascope nel contesto gotico e ideale del Convent des Capucines, a partire dal 3 gennaio 1799 e per i quattro anni successivi. Si trattava di un grande locale abbandonato adornato per farlo sembrare una cappella, ubicato nel mezzo di un chiostro disseminato di lapidi rotte, perfetto per far pensare agli spettatori che i fantasmi provenissero da reali sepolcri. Fece molta attenzione nel creare un’intensa atmosfera “dell’orrore”, tanto che molti spettatori si coprivano il volto per non guardare, ed altri non vedevano l’ora di allontanarsi dalla sala.
Il successo di Robertson creó chiaramente alcuni emuli, ma quando provó a citarli in tribunale non ottenne nulla, se non la rivelazione dei trucchi davanti ad un pubblico divertito. Il successo, tuttavia, non lo abbandonò, anche grazie alla lavoro di Fitzjames, un ottimo ventrilocuo che portó la rappresentazione ad un alto livello di realismo, laddove i suoi imitatori non arrivarono mai.
Robertson morì a Parivi il 2 luglio 1837.