Okito, Tobias “Theo” Leendert Bamberg

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Autore: Leonardo Carrassi*
Tobias “Theo” Leendert Bamberg nato il 15 luglio 1875 ad Amsterdam, fu il penultimo illusionista della dinastia Bamberg, iniziata nella prima metá del 700 con Jasper Bamberg, alchimista e negromante che tentó di trasformare i metalli in oro e a ridar vita ai morti. Suo figlio, il primo vero prestigiatore, nacque nel 1760 col nome di Eliaser Bamberg, nell’epoca dei grandi nomi della magia settecentesca, Pinetti, Katterfelto, Cagliostro, e Philippe. Da allora si susseguirono altre cinque generazioni di illusionisti, alcuni dei quali furono prestigiatori alla corte di Guglielmo secondo d’Olanda.

In un manoscritto del 1925 Okito riporta la sua intera generazione senza tener conto di Jasper:

Eliaser Bamberg – 1760 -1833
David Leendert Bamberg – 1786 – 1869
Tobias Bamberg – 1812 – 1870
David Tobias Bamberg – Born 1843 – 1914
Theo “Okito” Bamberg – 1875 (allora in vita all’etá di 50 anni)
David Theodore Bamberg – 1904 (allora in vita all’etá di 21 anni)

Okito, Figlio di David Tobias Bamberg nato Tobias David (poi Theodor), si esibiva giá all’etá di 11 anni accanto al padre dimostrando di avere grande talento fin da bambino. A 18 anni rischió di annegare a causa di un incidente sul ghiaccio che purtroppo lo segnó per sempre. La vicenda gli causó la quasi totale sorditá costringendolo a reinventare il proprio spettacolo presentando i suoi numeri in pantomima. Si ispiró inizialmente al prestigiatore francese Felicien Trewey e montó un numero di ombre cinesi.

Nel 1893 Bamberg creó il suo primo spettacolo in stile giapponese. Non molto dopo il suo incidente debuttó a Berlino e il successo non si fece attendere, tuttavia l’amore lo rese cieco e decise di scappare con la figlia del direttore del teatro.

Cambió lo stile giapponese in cinese per facilitare la messa in scena di una nuova illusione e nonostante si presentasse davanti al pubbblico con col nome Okito (anagramma di Tokio), indumenti e trucco tipicamente asiatici, a differenza di Chung Ling Soo non nascose mai le sue origini europee.

Okito è ricordato come un illusionista molto attento al costume e alla scenografia. Si ricordano enormi e maestosi fondali di seta ricamata e i suoi bellissimi vestiti da scena. Ne indossava dieci, che toglieva uno per uno alla fine di ogni numero. Era inoltre un grande conoscitore di tecniche manipolatorie e dei segreti della magia, dalla micromagia alle grandi illusioni.

Tra i suoi piú celebri numeri si ricordano  la trasformazione dei coriandoli in acqua, la striscia di carta strappata e ricostruita, la scomparsa e la ricomparsa di una gabbia di uccelli, e l’apparizione di baccinelle d’acqua. Fu un grande performer ma anche un abile costruttore, tanto che gli attrezzi utilizzati nei suoi spettacoli furono quasi tutti costruiti da lui stesso. Il numero in assoluto piú celebre di Okito fu “la sfera fluttuante” che in molti tentarono di copiare senza mai arrivare a tanta maestria nel creare l’illusione della levitazione.

Dopo il suo primo successo a Berlino riscosse per anni successo nel resto d’Europa, fiero soprattutto dei suoi spettacoli londinesi di cui riporta con orgoglio i teatri e le settimane di permanenza in cartellone nella sua breve autobiografia. Il suo tour Europeo abbracció Inghilterra, Irlanda, Scozia, Olanda, Belgio, Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Polonia, Norvegia, Svezia, Danimarca, fino a spingersi in Russia, vantando di essersi esibito per reali tra i quali il principe del Galles.

Nel febbraio del 1907 nacque suo figlio David Bamberg (prestigiatore che anni dopo chiuse la dinastia olandese col nome di Fu Manchu). Okito si trasferí poi con la sua famiglia negli Stati Uniti dove a partire dal 1908 lavoró come assistente e consulente per gli spettacoli del celebre illusionista Howard Thurston.

Nel 1909 vendette il suo spettacolo ad un illusionista di Brooklyn e aprí il Bamberg Magic & Novelty Co. a New York. In quel periodo inventò la famosa scatola di Okito utilizzata per eseguire un numero con le monete, routine tutt’ora conosciuta dai prestigiatori.

Nel 1919, Okito decise di riportare in scena il suo spettacolo cinese. Lasció New York in giugno e ripartí per il Sud America, dove riscosse un immediato successo. Nel febbraio del 1920 tornó in Inghilterra e in seguito viaggió in Africa. Tornato in Inghilterra ripartí per India, Egitto, Cina, Siam ed Estremo Oriente. Tornó successivamente in Europa per esibirsi nei piú importanti teatri del continente e in alcuni periodi, scrive lui stesso, senza avere un giorno libero.

Dopo un ennesimo tour in Sud America e in Europa tenutosi nel 1932 Theo decise di tornare a stabilirsi nei Paesi Bassi dove tutti i suoi averi vennero confiscati e distrutti dai nazisti. Dopo la seconda guerra mondiale decise di stabilirsi e terminare i suoi anni a Chicago, dandosi alla fabbricazione di strumenti magici oggi ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. Molti di questi si trovano oggi nelle collezioni di David Copperfield e Dr. R. Albo
.
Okito morí il 28 giugno 1963.

Fonti:

A short autobiography by Okito
George B. Anderson (1972), “The Collector: OKITO”, Magic Digest: Fun Magic for Everyone, Follet Publishing Company.
Maldino, Mysterien des Orients, in “Magic” 1980.
Bobo, J.B. (1982). Modern coin magic. Dover.
Randi, James (October 1993). Conjuring. St. Martin’s Griffin.
Olaf Benzinger, Il grande libro dei maghi, 2005

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