BARTOLOMEO BOSCO DI TORINO

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Autore: Leonardo Carrassi *

Figlio di Matteo Bosco e Cecilia Cerore, Bartolomeo Bosco nacque a Torino nel marzo 1793 (le fonti storiche sulla data esatta sono poco attendibili). Bosco divenne senza dubbio tra i piú abili illusionisti mai esistiti, la cui storia ricca di aneddoti e curiositá continua ad affascinare tutta la comunitá magica mondiale.
Bartolomeo fu arruolato da giovane presso il 111 reggimento di fanteria di linea nel reparto piemontese per la campagna di Russia a sostegno dell’esercito napoleonico, per scelta dei genitori che non vedevano di buon occhio la carriera artistica.
Il 7 settembre 1812 Bosco fu imprigionato per 18 mesi a Tobolsk, in Siberia. La sua passione intramontabile per l’illusionismo lo portó ad esibirsi per i suoi compagni di cella, in seguito per gli ufficiali e poi per il Governatore, il quale fu talmente scioccato dalle sue prodezze che consiglió a tutti gli amici di ingaggiare Bartolomeo per feste e ricorrenze.
Bartolomeo cominció ad arricchirsi parecchio grazie alle offerte elargite al termine di ogni spettacolo, tanto che l’arte magica divenne presto un vero e proprio lavoro.
Si narra che durante la sua liberazione, nel 1814, Bosco possedesse 12.000 rubli e numerosi preziosi ricevuti in dono. Tornato in Italia cominció la sua carriera da Illusionista e in breve gli fu riconosciuto il titolo di “Re dei Prestigiatori”. Nelle affiches che annunciavano i suoi spettacoli si leggeva “Il famoso Bosco, colui capace di far sparire una casa con la stessa semplicità con cui fa sparire la pallina dal giuoco dei bussolotti“.
Fu un autentico successo nazionale che lo Introdusse ai vertici della società. Era un illusionista di enorme destrezza, si dice fosse buono, gentile, colto e sempre molto elegante. Bosco diventó inoltre un ispiratore delle mode dell’epoca, tanto che i suoi celebri stivaletti e le sue marsine alla russa fecero successo nell’alta società di Parigi.
Il nome di Bosco è tutt’oggi legato a numeri incredibili, la decapitazione di sè stesso con un enorme coltello dinnanzi ad un frate cappuccino, le monete all’interno di un’uovo, la collanina di un pescivendolo che si trasformava in un’ anguilla, il cambio delle ore negli orologi degli spettatori e molti altri miracoli di cui ancora oggi si parla.
Queste sue attitudini lo portarono ad esibirsi per i più importanti personaggi del mondo. Nel 1821 si esibí per il Re di Hannover, nel 1823 per lo zar Alessandro che gli conferì il diploma di “uomo di Genio”, nel 1832 per il Re di Prussia, e in seguito per l’imperatore d’Austria, i reali di Danimarca, e il Sultano di Costantinopoli. Nel 1835 fece onore alla Regina di Sardegna, nel ’36 si esibí per Maria Luigia (vedova di Napoleone), nel 1837 per l’Imperatore di Russia e il re di Napoli, nel ’42 per lo Zar Nicola e nel ’48 a Tunisi per il Bey.
Fece spettacolo a Torino per i Savoia e nel ’52 fu ingaggiato da Napoleone III, dall’imperatrice e dall’intera corte presso le Tuileries.
La scenografia dei suoi spettacoli era sempre molto lugubre, predominava il color nero, erano spesso presenti teschi e candele accese sul palco e l’atmosfera era indubbiamente bizzarra.

Bartolomeo Bosco scrisse un libro intitolato “Il Gabinetto Magico del Cavalier Bartolomeo Bosco, ossia il complesso dell’Arte di prestigio”. Il volumetto contiene 110 giochi di prestigio con carte, dadi, monete, anelli, ecc. noncchè 68 giochi matematici. Postumi uscirono altri testi col suo nome, ma di autori sconosciuti, editori che approfittarono del nome di Bosco per vendere libercoli sull’arte magica.

Di Bosco si tramandano molti aneddoti tra una curiosa vicenda su una performance richiesta da una famiglia reale.
I dignitari di corte e il re si presentarono puntuali alle 8 di sera come previsto.
In teatro mancava soltanto Bosco in persona. Il tempo trascorse e il pubblicó cominció a lamentare l’assenza del prestigiatore che si fece aspettare per mezz’ora (c’è chi dice fino alle 9).
Quando finalmebte arrivó si inchinó sorridente come se nulla fosse e il re lo riprese dicendo:
“neh, Bosco, scostumatissimo malo lazzaro, tu mò te ne vieni?”
“Domando perdono alla Maestà” disse Bosco, “ma mi era stato detto di venire alle 8 e sono precisamente le 8.”
“Tu qua’ otto me va cuntanno! E’ cchiu de ‘na mezz’ora che te stamme aspettanno!”
“Maestà, guardate l’ora e scoprirete che dico il vero!” Ribadí Bosco.
Fu cosí che il re e tutti i presenti guardano l’orologio e con grande meraviglia scopersero che tutti gli orologi segnano le 8 puntuali.
Carlo Rossetti, prestigiatore dilettante e cultore di storia della magia, nel suo libro piú celebre “il trucco c’è ma non si vede” racconta un altro aneddoto risalente alla gioventú del cavaliere: “Il fuciliere Bosco durante la battaglia di Borodino, fu ferito al fianco da un cosacco e, caduto per terra, si finse morto per evitare di essere giustiziato. Il cosacco credendolo deceduto e seguendo la tradizione della sua terra, cominciò a svuotargli le tasche e…cava un orologio, e poi un’altro e un’altro ancora e tutti uguali, stessa cosa con il denaro che pareva infinito. Poi comincia a tirar fuori dalle tasche di Bosco oggetti prettamente russi e certamente di proprietá del cosacco stesso…in pratica, mentre il cosacco svuotava le tasche di Bosco, il finto morto svuotava le tasche dell’aggressore.”Bartoloneo Bosco morì a Dresda il 7 marzo 1863. Sulla lapide erano raffigurati i bussolotti e la bacchetta magica. La tomba fu poi acquistata da un tale chiamato Harry Houdini.

Il nome Bosco venne in seguito usato da altri prestigiatori, in lungo e in largo per l’Italia. Ovviamente mai nessuno si avvicino mai lontanamente sl successo conseguito da Bartolomeo Bosco di Torino.

Prima e seconda edizione del Gabinetto Magico 1853 e 1855. Collezione privata Leonardo Carrassi
Prima e seconda edizione del Gabinetto Magico 1853 e 1855. Collezione privata Leonardo Carrassi
Tavole sui bussolotti nel Gabinetto Magico
Tavole sui bussolotti nel Gabinetto Magico
Bartolomeo Bosco di Torino
Bartolomeo Bosco di Torino

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