Autore: Leonardo Carrassi*
Il Grande Raymond noto anche come Maurice F. Raymond o Maurice Raymond Saunders, giró il mondo per decenni guadagnando la stima dei grandi illusionisti dell’epoca.
Walter Gibson, “In memoria del mio amico The Great Raymond” scrisse: “Con lui è terminata l’età d’oro della magia moderna, un periodo che ha conosciuto nomi come Herrmann, Kellar, De Kolta, Maskelyne, Devant, i cui nomi vivranno per sempre nella storia della nostra arte […]” E in effetti ancora oggi parliamo di lui e di tutti i maestri suoi contemporanei. Lloyd Jones scrisse che nonostante Raymond si fece molti nemici a causa del suo comportamento arrogante e brutale coi suoi stretti collaboratori, la sua mancanza di acume finanziario, la sua avarizia e le sue numerose idiosincrasie, alla sua morte il mondo perse un intrattenitore molto amato e un grande maestro d’arte magica.
Il suo interesse per la magia cominció con lo zio, mago itinerante dell’epoca, che lo prese come assistente per un’estate. Stranamente, anche se questa vicenda è spesso riportata nelle biografie di Raymond, dello zio non si conosce il nome. Dopo l’estate il signor e la signora Raymond costrinsero il ragazzo a tornare a scuola, fino a quando l’estate successiva si uní al “Ringling Brothers” come clown. Ancora adoloscente cominció a viaggiare ottenendo piccoli ingaggi, finchè il nonno lo portó ad esibirsi in Europa.
Tra le storie e gli anedoti che si raccontarono sulla gioventú di Raymond alcune affermano che il ragazzo si recó in India per imparare l’arte dai fachiri, altre che in India si uní alla massoneria e che durante i suoi primi viaggi (secondo l’amico Walter Gibson) incontró il Grande Herrmann, di cui rimase totalmente incantato, e da cui prese il nome “The Great”.
Nel 1904 The Great Raymond girava uno spettacolo che ebbe un discreto successo nella costa occidentale degli Stati Uniti per poi passare ad est l’anno successivo. Non si hanno piú riferimenti fino al 1908 (probabilmente perchè si esibí fuori dal paese senza lasciare molte tracce di sè) finchè intraprese un tour nelle Antille. In quell’occasione parte dell’azienda tornó negli Stati Uniti delusi dal comportamento del mago. Questi pubblicizzava i suoi show senza badare a spese, tuttavia dopo soli due o tre spettacoli si spostava nella tappa successiva. Nonostante gli spettacoli ebbero successo e si stimó che Raymond guadagnó grandi somme di denaro, non pagó ai dipendenti i giorni di riposo e neanche quelli spesi a fare pubblicitá. Alcuni dipendenti dell’azienda cercarono invano di portarlo in tribunale a Trinidad, ma Raymond era giá partito per la destinazione successiva.
Raymond si occupó di alcuni business in Europa e giró il mondo con una compagnia di circa 30 dipendenti affrontando diverse difficoltá (tra cui la rottura con la moglie che lo abbandonó a Genova). Tornato negli Stati Uniti nel 1913, firmó un accordo con John Cort, uno dei più grandi proprietari di teatri del XX secolo, per un tour negli Stati uniti. Si dice che in quel periodo Raymond guadagnó circa 2000 $ a settimana (piú di 150 volte il salario di un normale lavoratore). Alla fine del tour, poco prima dello scoppio della guerra, tornó in Europa.
Al termine della sua carrierá Raimond riferí che fece il giro del mondo ben sette volte, e fu tale lontananza dagli Stati Uniti che probabilmente non gli permise di farsi un nome come alcuni dei suoi colleghi americani, forse anche piú scaltri nel far parlare di sè anche fuori dal paese.
Nei suoi viaggi naufragó due volte, perse il suo primo spettacolo in un incendio ferroviario e un altro in mare.
Parte dei suoi attrezzi furono in una occasione rubati dalla banchina, e perse altri attrezzi a causa di un terremoto a San Francisco. Fu derubato, perduto e coinvolto in almeno due guerre e un paio di revoluzioni. Lungo la strada si è fatto diversi nemici tra cui David Bamberg che lavoró per lui prima che diventasse Fu Manchu.
Bamberg affermó che dopo un tour in Sud America, non solo il mago non pagó i soldi dovuti a lui e a sua moglie, ma alla fine gli presentó anche il conto!
Raymond si risposó nel 1927 con Litzka, che si uní allo spettacolo come assistente principale e arpista. Col passare del tempo cominció ad esibire effetti magici in stile orientale e qualche anno dopo lavoró con Raymond in una grande produzione con diciotto ballerine.
Lo show si apriva con l’apparizione di Raymond da una cornice di fuoco, per continuare con intermezzi quali la produzione di fiori da una ciotola vuota che gettava alle signore del pubblico, la produzione infinita di nastri di carta, l’apparizione di due anatre, la materializzazione di nove ragazze da un armadio vuoto e la “Macchina del Divorzio” ovvero la sparizione di una ragazza da una sedia sospesa a parecchi metri sopra il palco e la chiusura con la sua versione in coppia con Litzka della Sub Trunk, chiamata “Mytempsicosis“, la migliore fino ad allora secondo Jean Hugard.
Dal 1930 il Grande Raymond cominció ad interessarsi a nuove attivitá: nel ’32 aprí un’agenzia a Los Angeles e lo stesso anno si trasferí a Portland, Oregon per lavorare come consulente tecnico per la West Coast Film Company, avventura che pare terminó malamente poichè Raymond accusó l’industria cinematografica di voler affossare gli artisti di teatro.
Intorno al 1945 Raymond si era praticamente ritirato per occuparsi di attivitá meno impegnative. Il suo ultimo spettacolo, il suo addio alla magia, lo diede a Broadway, sempre in compagnia della moglie Litzka e del suo quadro orientale. Lo spettacolo, considerato un evento importante per la magia, fu ben accolto ed ebbe un buon successo.
Litzka continuó ad esibirsi da sola, e un anno e mezzo dopo la morte del marito, avvenuta il 27 gennaio del 1948, si risposó con Walter B. Gibson.
Per saperne di piú:
– The Great Raymond by WilliamV. Rauscher (http://www.penguinmagic.com/p/S13430)