Felice di condividere un piccolo excursus sul periodo storico che lanciò il mentalismo come lo intendiamo oggi, redatto con Andrea Rizzolini.
Mentalismo e pensiero decadente
Nella seconda metà dell’800 nacque in Europa il movimento Decadentista che, allontanandosi dalla narrazione Realista, spostó l’interesse della letteratura sulla natura psicologica dell’esistenza, e del comportamento di ciascun individuo. A differenza del Realismo, che basava la realtà su un rapporto di tipo causa-effetto (secondo il quale il contesto sociale ed economico di un individuo condizionava ogni suo comportamento), il Decadentismo cerca motivazioni più profonde nel modo di agire delle persone, nella loro interiorità e nella loro coscienza, spostando l’attenzione dall’indagine della società e dei rapporti tra gli individui, a quella della mente e della psiche, in una ricerca piú individuale. Con le scoperte nel campo della psicologia l’uomo occidentale comprese infatti che l’esperienza e le costruzioni dell’inconscio rendevano l’individuo ciò che era.
Questo cambio di focalizzazione si sviluppa in tutte le forme d’Arte in modo diverso. In pittura ad esempio vi è la nascita del movimento surrealista che vede come protagonisti artisti come Magritte i quali, tramite le loro opere, tentano di rappresentare l’insondabilità della mente umana. Nel frattempo la letteratura è influenzata da Freud, dallo studio dell’inconscio, della scoperta dell’ “io”, e dall’interpretazione dei sogni. Durante il 900 Svevo e Pirandello offrono un romanzo nuovo, introspettivo, cosí come Kafka e dostoevskij.
Negli anni a venire, a cavallo tra i due secoli e dopo il movimento spiritista che già aveva destabilizzato il mondo degli illusionisti e il suo pubblico, vediamo nascere artisti che si fanno un nome dimostrando la capacitá di dominare l’intelletto, dalla lettura del pensiero agli esperimenti extra-sensoriali, da Newmann, prestigiatore tra i pionieri del mentalismo, ad Annemann, il piú grande esponente XX secolo, passando per artisti del calibro di Claude Alexander Conlin, “The Man who Knows”.
Lo spettatore, che ora assumeva un ruolo centrale durante lo spettacolo, non volle più essere soltanto intrattenuto. Interessato quindi alle abilità psichiche di tali individui, cominció ad assaporare la possibilitá di mettere il mago alla prova, forse per la prima volta nella storia della magia. Il dubbio sulla verità e sull’integritá morale di questi nuovi illusionisti finiva poi per alimentarne il mistero e l’interesse, creando un vero e proprio fenomeno grazie a cui ipnotisti, lettori del pensiero e medium cominciarono ad aumentare e a trovare un pubblico sempre piú interessato alle nuove frontiere della psiche.
Oggi il mentalismo si è evoluto fino ad arrivare a ciò che definiamo mentalismo scientifico, che in qualche maniera, attraverso l’uso della psicologia ed a volte di qualche surrogato della materia, cerca di darsi piú credibilitá, dando al pubblico “la via d’uscita psicologica” negli esperimenti mentali. Nel mentalismo questo puó considerarsi l’ennesimo frutto di una società moderna che è ritornata a fare completo affidamento alla scienza, e che non si accontenta della magia mentale fine a sè stessa. Con questo genere di approccio, a differenza del mentalismo classico, per ottenere una lettura del pensiero o una previsione, non si utilizzano nè poteri, nè trucchi, ma si afferma di utilizzare tecniche psicologiche e scientifiche, tra cui Pnl e linguaggio del corpo.
l’Illusionismo, forma d’Arte come altre, è soggetto a cambiamenti ed evoluzioni influenzate dalla storia e dalla cultura, e il prestigiatore, sempre al passo coi tempi, godrá sempre di successo: anche quando il futuro lo coglierá di sorpresa con scienza e tecnologia, saprá come farne tesoro.