Autore: Leonardo Carrassi*
Malini, il cui vero nome fu Max Katz Breit, nacque nella piccola città di Ostrov nel 1873. Polacco di origine ebrea emigrò in America molto giovane con la famiglia, stabilendosi a New York intorno al 1888, periodo in cui inizió a studiare magia sotto la guida del Professor Seiden, ventriloquo e mangiafuoco.
Crebbe artisticamente grazie ai maghi di vaudeville Emil Jarrow e il Professor Walters, sviluppando particolari capacitá con numeri di micromagia. Aveva notoriamente le mani molto piccole e nonostante tale limite e le apparenti difficoltá manipolatorie, Malini fu universalmente riconosciuto come uno dei piú grandi maestri di improvvisazione magica, e artista in possesso di grande audacia e tempismo, caratteristiche che ai massimi livelli rendono un prestigiatore un vero e proprio fenomeno. Affinó il timing, la misdirection e la pianificazione anticipata dei numeri, studiando i momenti migliori per intervenire, creando quindi miracoli apparentemente improvvisati. Gli anedoti sulle sue imprese inattese nei luoghi pubblici, bar e ristoranti, sconfinano infatti nella leggenda. Si dice che lanciasse in aria una moneta per un “testa o croce”, coprendola immediatamente con un cappello da signora preso in prestito, e che quando lo sollevasse si trovasse un blocco di ghiaccio, malapena abbastanza grande per contenerlo. Leggende del calibro di Dai Vernon e Charlie Miller non sapevano esattamente come nascondesse ne “caricasse” tale blocco. Malini è probabilmente piú noto alle nostre generazioni di prestigiatori poichè rese celebre insieme a Charlie Miller e Johnny Thompson, il numero dell‘uovo nel sacchetto, oggi conosciuto come “Malini egg bag“, numero d’origine antica e giá nel repertorio di Fawkes, descritto inoltre nel noto Hocus Pocus Junior (1634).
Fu un maestro nel pubblicizzare sè stesso, e come riportato in “The Stars of Magic”, Malini visse col motto: “per far soldi bisogna frequentare persone che hanno soldi”. Si esibí infatti per i piú grandi nomi dell’epoca tra cui diversi presidenti degli Stati Uniti, e a Buckingham Palace, ricevendo regali e riconoscimenti da monarchi di tutta Europa e Asia. Tra i personaggi di spicco intrattenuti dal celebre mago si ricordano la regina Vittoria, Edoardo VII, Giorgio V, Giorgio VI, McKinley, Harding, Coolidge, Thoedor Roosevelt, Il re del Siam, i capi Maori, i presidenti di Cuba e Cile, J. D. Rockefeller, J.P. Morgan, John Jacob Astor, Pershing, Enrico Caruso e perfino il gangster Al Capone, per citarne solo alcuni.
Tra le sue tecniche di vendita vi era quella di girare nei piú grandi hotel di lusso dove sapeva di trovare gente altolocata e, a volte senza un soldo in tasca, noleggiava costose suite e prendeva appuntamento col direttore dell’hotel per proporre una serata di illusionismo. In tali occasioni sfoggiava lettere di raccomandazione di presidenti e persone dell’alta societá, convincendo facilmente l’interlocutore a concedergli la serata davanti agli ospiti. I biglietti costavano parecchio e il successo della serata convinceva in genere il direttore a considerare l’alloggio un omaggio della direzione.
Durante la sua vita giró Stati Uniti, Sud America, Europa, Asia, Australia e Nuova Zelanda, fino ad abbandonare la carriera cominciando a frequentare prestigiatori piú giovani nella New York della grande depressione, incontrandosi nel retro del negozio di Al Flosso con artisti del calibro di Dai Vernon, Horace Goldin, Nate Leipzig e T. Nelson Down.
Morí a Honolulu, Hawaii, il 3 ottobre 1942.
Fonti:
– Alexander Adrion, L’Arte della Magia, Milano, Mazzotta, 1979.
– Dai Vernon e Lewis Ganson, Malini and his Magic, L&L Publishing, 1961
– Olaf Benzinger, Il grande Libro dei Maghi, Newton and Compton, 2005.
– Raffaele De Ritis, Illusionismi, Settemila anni di teatro, scienza e religione, Stampa Alternativa, 2004.