Luca Menichelli e la ricerca nel paranormale

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Sono felice di presentare Luca Menichelli nella sezione Ospiti, vice presidente del Cicap Abruzzo. Chi mi conosce sa quanto non sia incline a prendere indistintamente posizione su tutti i fenomeni paranormali. Laddove ho un dubbio preferisco sospendere il giudizio, per tanto non potró mai definirmi uno scettico. Luca è una persona di cultura e per quanto abbiamo visioni differenti sulla ricerca della veritá, penso che il suo punto di vista rigorosamente scettico, e in linea col Cicap, rappresenti una posizione indispensabile e necessaria.

Di seguio un interessante articolo sui fenomeni paranormali curato da Luca, che ringrazio infinitamente.

Massimo Polidoro e Luca Menichelli
Massimo Polidoro e Luca Menichelli

Il punto di vista di Luca Menichelli

Quelli che seguono le mie attività, sia di illusionista che di indagatore di fenomeni paranormali, mi chiedono spesso se le due passioni siano in qualche modo collegate. Non è facile dare una risposta, certo è che le due attitudini sono sfociate in momenti diversi della mia vita, la passione per l’illusionismo in un certo qual modo è stata innata in me, mentre l’idea di indagare sui fenomeni paranormali è maturata all’incirca verso i miei venti anni. Posso comunque affermare che la predisposizione all’illusionismo mi ha aiutato molto spesso nelle indagini che ho svolto con il CICAP, infondo cosa è l’illusionismo se non una simulazione di fenomeni paranormali?

Ma cos’è un fenomeno paranormale? Senza scomodare definizioni note provenienti da famose enciclopedie online, cosa che va molto di moda ultimamente, o da dizionari, possiamo semplicemente dire che per paranormale si intende tutto ciò va oltre le leggi della natura. Sin dalla sua comparsa sulla Terra, l’Uomo si è sempre posto domande sul come funzionano e sul perché delle cose. Molte cose appaiono ovvie, altre hanno bisogno di studi per essere comprese, ma in tutti i casi resta il fatto che non è possibile forzare quelle regole che Madre Natura, o Dio per chi vuol trascendere nel non laico, ha imposto ad ogni tipo di fenomenologia. Parallelamente al concetto di studio, cosa che potremmo definire come precursore del pensiero scientifico moderno, l’Uomo ha sviluppato la tendenza ad attribuire a qualcosa di “non normale” tutta quella fenomenologia a cui non era in grado di dare una spiegazione. Possiamo dire che l’orgoglio umano non potendo accettare il non riuscire a fornire una spiegazione a tutto abbia imposto all’Uomo stesso di creare alibi per giustificare questa incapacità. È in questi climi che l’Uomo ha sviluppato l’idea di poter essere in grado di fare tutto, aprendo magari quelle porte chiuse, ma reali, che in pochi erano in grado di utilizzare. Si pensi a tutti gli scritti antichi in cui compaiono facoltà che consentivano di prevedere fatti futuri o piegare gli eventi e la materia al volere del sensitivo o veggente o mago, che venivano sempre considerati non come persone normali, ma alla stregua di eletti mandati sulla terra come guida per l’Umanità. Ogni popolo ha la sua storia che aleggia nel mistero e non serve andare lontano per scoprire storie intrise di magia e fenomeni paranormali. L’arte prestigiatoria è altrettanto antica e i vari maghi potevano dar sfoggio di facoltà particolari per l’epoca che oggi bolliamo come illusionismo da palcoscenico. Inizialmente nessuno metteva in dubbio il fatto che i fenomeni di illusionismo facessero parte di facoltà superiori, di magia autentica si intende. Sia che si trattasse di predizioni, manipolazioni, apparizioni, sparizioni, indipendentemente dal fatto che venissero utilizzate queste metodiche per scopi ludici o altro, nessuno metteva in dubbio il fatto che si trattasse di magia vera. Nel 1584 Reginald Scott, nel suo libro Discovery of Witchcraft, ruppe questa tradizione e spiegò in maniera inconfondibile che la magia è una forma di spettacolo e che non ha nulla a che vedere con fenomeni paranormali. I vari illusionisti da quel momento si divisero tra quelli che continuarono a mantenere lo status quo di possessori di fenomeni paranormali e quelli che erano propensi a diffondere l’idea che si trattava di pura finzione capace di stupire. A livello ludico piano piano prese il sopravvento questa seconda scuola di pensiero, ma parallelamente continuarono a delinearsi figure che sostenevano di possedere facoltà che gli consentivano di produrre prodigi grazie a magia vera, cosa che avviene tutt’ora, malgrado ci troviamo in un epoca in cui l’immaginazione sembra vacillare e la scienza ha dato spiegazione a molti dei fenomeni considerati fino a poco tempo fa paranormali.

Quindi sul piatto della bilancia continuano a trovarsi gli illusionisti che stupiscono con pratiche illusorie divertendo il pubblico e gli operatori dell’occulto che utilizzano le stesse metodiche per ingannare, anche se in molti casi in buona fede. Rispetto agli illusionisti questi ultimi hanno un grosso vantaggio: non devono necessariamente far riuscire le cose. L’insuccesso per un illusionista non è contemplato, paradossalmente un sensitivo che a volte sbaglia viene maggiormente apprezzato. Nessuno accetterebbe di assistere ad uno spettacolo di un prestigiatore a cui non riescono gli effetti, mentre ricevere una previsione approssimativa da un sensitivo non toglie nulla alla sua validità, anzi…

Ma quale importanza potrebbe avere un illusionista nella lotta alle affermazioni paranormali? Basta analizzare la storia di quanti, nella vita, hanno messo la loro arte al servizio della ricerca. Il più famoso è senza dubbio Harry Houdini, un illusionista che credo non necessiti di presentazione, che ha dedicato buona parte della sua vita a contrastare l’operato di medium e sensitivi i quali utilizzavano quelle tecniche di illusionismo che lui utilizzava negli spettacoli. Più recente è il caso di Uri Geller, un bravissimo mentalista, che all’inizio della sua carriera girava il mondo dichiarando di possedere autentici poteri paranormali capaci di fargli fermare o ripartire orologi, piegare i metalli, leggere nel pensiero e altri effetti che ora fanno parte del bagaglio conoscitivo professionale di ogni mentalista. Fu un altro illusionista, James Randi, a smascherare l’operato di Uri Geller dimostrando le sue stesse capacità, ma senza presentarsi come portatore di poteri superiori. Anche nel nostro bel paese ci sono stati casi eclatanti, il più importante è quello del Torinese Gustavo Adolfo Rol il quale impressionava i suoi ospiti con dei prodigi all’apparenza inspiegabili, ma che, come riporta Mariano Tomatis nel suo libri “ROL, Realtà o leggenda?”, fanno parte del bagaglio standard di ogni prestigiatore. Proprio riguardo a Rol appare evidente l’importanza dei prestigiatori e illusionisti nello studio dei fenomeni paranormali. Il Torinese si è esibito dinanzi a ogni sorta di pubblico, qualcuno sostiene che abbia stupito Einstein con i suoi prodigi, ma si è sempre rifiutato di accettare i controlli di prestigiatori affermati e scettici come Silvan. Non ho nominato il grande Einstein invano, si ritiene spesso che infatti una mente razionale non sia ingannabile con trucchi illusionistici, quando invece, chi pratica l’arte del mentalismo, sa che proprio chi si ritiene più intelligente degli altri è più soggetto a cadere vittima degli inganni della sua superbia e quindi maggiormente ingannabile. Come in ogni disciplina o arte, ad effettuare le verifiche è sicuramente più indicato un professionista del settore, nessuno si sognerebbe di far collaudare una casa ad un medico o far valutare un nuovo medicinale ad un architetto. Analogamente per studiare i fenomeni paranormali il professionista più indicato è colui che vive nell’ingannare e produrre prodigi: un illusionista. Negli studi in parapsicologia si è sempre fatto l’errore di affidare i controlli a scienziati, soprattutto fisici perché ritenuti più razionali, non considerando il fatto che solo un illusionista può scorgere quei particolari che rendono possibile l’impossibile. Ciò ha creato non pochi problemi nella verifica generando molti falsi positivi che sembrerebbero avallare facoltà paranormali. Ora le cose stanno cambiando e sempre più spesso la verifica di fenomenologia paranormale viene affidata ad illusionisti, più o meno famosi, che hanno deciso di impiegare un po’ del loro tempo al serviaio della verifica, come i sopracitati James Randi fondatore del premio Randi di 1000000 di dollari che spetta a chi riesce a dimostrare un fenomeno paranormale in regime di controllo, Mariano Tomatis che è autore di numerosi libri sull’argomento e rappresentante del CICAP Piemonte e il maestro Silvan che non ha avuto modo di poter verificare dal vivo i prodigi di Rol. Il problema che ora sussiste è un altro, i sostenitori del paranormale sanno come rimanere sempre in piedi: ma il fatto che un illusionista sia in grado di replicare un fenomeno, vuol necessariamente dire che il fenomeno non possa esistere in maniera paranormale? Certo che no, ma è un indizio del fatto che non necessariamente un fenomeno all’apparenza inspiegabile sia paranormale e comunque, come cita spesso il giornalista Piero Angela, “quando il controllo è zero il fenomeno è cento, quando il controllo è cento, il fenomeno è zero”.

Questa è solo una introduzione di quello che è il vasto campo dell’uso degli illusionisti per contrastare il dilagare di credenze sul paranormale, se me ne sarà data opportunità potremmo approfondire il concetto analizzando casi in cui la nostre bellissima arte illusoria che tanto sa stupire e divertire viene utilizzata in modo non etico per oscuri scopi.

Luca Menichelli

Mentalista e vice presidente CICAP Abruzzo


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