Le balene di Puerto Lopez e la città fantasma di Chan Chan, magia tra Ecuador e Perù

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Panamericana e dintorni

 

Baños-Puerto Lopez passando per Guayaquil e Santa Elena è un viaggio che non rifarei più. Ma non mi dilungo, sappiate che bisogna stare con gli occhi aperti, ed evitare di viaggiare durante la notte. Troppi giochi di prestigio, mettiamola così. Considerando il cambio autobus sulla costa sono andate via 12 ore, poi solita ricerca di un hotel decente, un momento per caricare le pile e ripartire con la testa. Sembra facile ma i chilometri si fanno sentire.

La Isla de la Plata

 
Comincio male, lo so, ma terminato questo paragrafetto descriverò una vera e propria meraviglia. Solo un po’ di pazienza.

Non essendo la stagione adeguata per le Galapagos, e mantenendo comunque lo stesso prezzo  (un costo fastidiosetto nell’economia di 72 giorni) abbiamo preferito visitare l’isla de la Plata, celebre per essere molto simile alle sorelle tanto rinomate e più lontane.Isla de la Plata

Che dire, è un luogo sopravvalutato, neanche lontanamente paragonabile come biodiversità alle Galapagos. Un’isola disabitata senz’altro affascinante, ma condita di aspettative. Una macchina da soldi per le agenzie della costa che con la scusa di un’area protetta non raggiungibile autonomamente, organizza quelle noiose scampagnate organizzate. Solite cose turistiche da cui cerco sempre di tenermi lontano: barchetta, tour e pseudo-guida che tenta di rendersi simpatica con le solite battute, pranzo incluso preparato la sera prima e lasciato fuori dal frigo, batteri delle feci e cagotto prima del dessert. Prezzo alto e la solita promessa di non cascarci più.

20170813_11203420170802_130156Durante una noiosa camminata vedrete pellicani e una marea di pata azul, uccelli dalle zampe celesti. Tutto qua. La guida ci ha confidato che i Leoni di mare non si vedranno mai e che le agenzie dicono un sacco di cazzate. Spezziamo una lancia per il panorama sulle scogliere a un centinaio di metri dal livello del mare. Per il resto davvero nulla di davvero speciale.

A caccia di salti di balena

 
20170813_203022E qui, signore e signori, ci sarebbe da aprire un capitolo sulle esperienze da fare prima di tornare a mettere il pannolino.
Senza tema di smentita credo che questa meriti almeno la top 20. Se la farete da Puerto Lopez (esistono decine di luoghi nel mondo nei quali osservare le balene) evitate il combo con l’Isla de la Plata e fatevi accompagnare da uno dei tanti marinai, solo per la busqueda de las ballenas.
Ore 15.00, il tempo è variabile e cambia repentinamente. Non piove ma il cielo si apre e si copre con grande velocità. Finalmente ci si allontana dalla Isla truffa. Mangiamo i due panini gentilmente offerti, uno tonno-mayo (se hai fame è buono), e l’altro formaggio tipo ricotta romana e marmellata (non si può avere tutto).
Senza che nessuno li avesse cercati, anche il capitano rimane piacevolmente stupito, un branco di centinaia di delfini pare che segua la barca e si accosti. Sembra quasi un saluto. Mai visti tanti esemplari tutti insieme, cuccioli compresi che sembra gradiscano saltare più degli adulti. Il capitano dice che occhio e croce ne stima 300. Un quarto d’ora di pura meraviglia.
20170802_21320020170802_213110Il capitano schiaccia sull’accelleratore e d’improvviso si ferma, qualcuno ha visto qualcosa. Senza avvertire un gigante fa un salto fuori dall’acqua, atterrando in meno di un secondo e spostando una quantità d’acqua incredibile. Silenzio. A rompere i coglioni solo una signora francese che ci indica la posizione del salto, come se a dieci metri di distanza, una balena che salta, sia visibile solo per lei.
L’animale sparisce per qualche istante. Qualche secondo più tardi affiorano due dorsi, poi tre. Il marinaio ci spiega che in questo momento le balene sono 4. La femmina non si vede, gli altri sono i maschi che la seguono. Vi risparmio le nozioni di biologia e come secondo il marinaio le balene si accoppiano…
Di tanto in tanto si riparte e ci si ferma, il capitano sembra esperto nello scovare e seguire cetacei. Affiorano balene ogni minuto, vaporizzano come geiser dalla schiena quando respirano. Ogni tanto si immergono e la coda sale in superfice per un secondo, ma più che altro si attendono i salti, che quando arrivano valgono singolarmente il prezzo dell’intera giornata.
Davanti a una birra vi farò vedere i video, qui accontentatevi di qualche foto venuta male.
 

L’arrivo in Perù e la città fantasma di Chan Chan. Magia, culti antichi e civiltà perdute

 

Il deserto tra Ciclayo e Trujillo
Il deserto tra Chiclayo e Trujillo
Inutile che vi annoi con quanto c’è stato nel mezzo, poi ultimamente sono un po’ pigro e i momenti che dedico ad internet sono per lo più lavorativi.
Si, abbiamo passato la frontiera, un lungo viaggio fino a Trujillo (tra una cosa e l’altra circa 20 ore tra bus e cambi).
Ma arriviamo al dunque, Trujillo non offre molto, a parte un paesaggio desertico, polvere e case costruite a metà che hanno il loro fascino latino. 20170805_130634Ma qualcosa di davvero magico c’è, perchè a pochi minuti di carro dalla città, in pieno deserto, si apre un complesso archeologico enorme e dal fascino difficilmente descrivibile.
Trattasi delle rovine dell’antica città pre-Inca Chan Chan. Il sito rappresenta la più grande città precolombiana dell’America del Sud e copre un’area di circa 20 km². La città di Chan Chan ebbe vita tra l’850 ed il 1470, fino alla conquista dell’impero Inca nel XV secolo. La città venne costruita dai Chimú, i residenti del Regno di Chimon la cui capitale fu proprio Chan Chan. 20170805_142232C’è molto da leggere sui Chimù, compreso che fu una civiltà sanguinaria purtroppo, abituata a sacrifici umani. Un gruppo di archeologi infatti ha trovato i resti di 42 bambini, un sacrificio per invocare la fertilità della terra e del mare.
20170805_133606Poca gente visita quelle che sono le rovine di un tempio enorme, e praticamente nessuno si inoltra tra le dune che ospitano gli scavi al suo esterno. Ettari di deserto da cui si può vedere il mare in lontananza, e verso Trujillo case che finiscono per parassitare le montagne. Girando la testa, nessuno all’orizzonte, l’unica presenza, tolta la nostra è il fischio del vento. Una pace che forse, dopo il sangue versato per mano dei Chimù, merita altri 1000 anni di silenzio.20170805_133116
Smontiamo la sera stessa, gli zaini sono già pronti e il biglietto per Lima è fatto. Sarà una tappa intermedia, poi 22 ore di viaggio per Cuzco e Machu Picchu. Seguiteci e fateci tanta compagnia.

La magia che più mi sorprende non è un gioco di prestigio

Da appassionato di magia, fin dai primi anni ’90, e professionista dai primi 2000, fortunatamente riesco ancora a sorprendermi davanti ad un gioco di prestigio, pur conoscendone le dinamiche o potendole ipotizzare.

Tornando a Trujillo

Una porta della felicità (di porte ce ne sono molte a mio avviso) è senz’altro la capacità di sapersi stupire, perchè, pensateci bene, se tutto un giorno ci sembrerà uguale o poco importante, o tutto dello stesso colore, quando non ci sarà più paesaggio o libro ad emozionarci, se davanti un film vedremo solo una telecamera, e quando dietro un mago solo un trucco, forse è il momento di cercare l’anima che abbiamo perso chissà dove, senza averne percepito l’assenza. A volte può rimanere impigliata su qualche spigolo o in qualche spina lungo la strada. Uno o più cazzi per testa sono già sufficienti a renderci apatici e disinteressati per giorni, settimane… o anni nel peggiore dei casi. Non dovrebbe succedere, non c’è un vero motivo, ma solo uno stupido spostamento di energia. Infatti, a pensarci bene, perdere fiducia e passione nelle belle cose ha poco senso, non sono queste a renderci vulnerabili. Eppure, paradossalmente, sono le prime a cui facciamo a meno in un momento di difficoltà. Strano eh…

20170804_160546Ognuno di noi ha la propria magia, e togliendo quelle che accomunano tutti, l’amore e i propri cari, ne abbiamo di diverse. C’è chi ama follemente il mare, uno sport che ha sempre fatto, il proprio cane, il proprio cavallo, lanciarsi col paracadute, ascoltare gli U2, ballare il tango, Frida Kahlo…
La mia magia? Palcoscenico a parte, che rappresenta per me passione, lavoro e vita, e che inseguo con grande forza, la mia magia è il viaggio, aprire gli occhi all’alba e vedere, da una nave o dal finestrino di un minivan una terra (non più) lontana.
 

2 commenti su “Le balene di Puerto Lopez e la città fantasma di Chan Chan, magia tra Ecuador e Perù”

  1. Quel voyage “Magique” surtout lz surprise des dauphins et baleines. Je partage avec Leo l’idée que la magie c’est les voyages et la découverte de nouveaux horizons. Bonne continuation mais prennez bien soin de vous. Bisous

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