Il trucco magico della levitazione, un segreto sfacciatamente depredato

Call Now Button(+39) 392.98.39.584

Autore: Leonardo Carrassi

L’inizio del XIX secolo si era appena lasciato alle spalle i grandi successi di Alexander Hermann, il grande illusionista di fama internazionale morto nel 1896. Grandi artisti europei della portata di Morrit, De Kolta, Maskeline e Devant, seppur non paragonabili in termini di successi intercontinentali al mago appena scomparso godevano di un’ottima fama in parte dovuta agli spettacoli da cartellone del meraviglioso Egyptian Hall di Piccadilly, nella magica città di Londra, madre dei più grandi spettacoli di magia della golden Age. Tuttavia nonostante la scena internazionale cominciava ad avvertire importanti debutti nei teatri Londinesi quali Ching Ling Foo, Thurston, e Goldin l’erede di Hermann doveva avere un carisma ed una marcia in più. Harry Kellar avrebbe certamente preso lo scettro dell’illusionista più importante del mondo. Dopo la morte di Alexander avrebbe calcato le scene internazionali per dodici lunghi anni, per lasciare tutto a Thurston. L’orgoglio italiano Fregoli avrebbe girato il mondo col suo grande spettacolo di trasformismo, vantando record e successi indicibili, e Houdini avrebbe debuttato all’Alhambra di Londra continuando la sua scalata al successo.

Rimango sempre affascinato dagli aneddoti della Golden Age, forse perché nessun epoca fu così fiorente in termini di magia e sicuramente perché le storie che si celano dietro i suoi protagonisti hanno un fascino storico infinito. A volte rimango nettamente ipnotizzato davanti a certe immagini, tanto che le migliori sigarette solitarie le consumo davanti a locandine dell’epoca, immaginando cosa vi fosse dietro ad uno spettacolo, ad una tournée o ad un semplice manifesto dei primi novecento. Molte illustrazioni anticipavano un tratto dello spettacolo con immagini nettamente eroiche, altre inquadravano un artista col suo sguardo ambiguo e circondato da piccoli diavoli dall’aria dispettosa ed ammiccante. Oggi mi ero ripromesso di parlare di una vicenda per me incredibile, un gesto tanto audace quanto repentino da essere ricordato tutt’oggi. Correva il 1904 ed Harry Kellar, successore di Robert Heller, già spopolava negli Stati Uniti e nel mondo col suo grande spettacolo teatrale. In realtà si diceva non fosse particolarmente abile e mancasse certamente della destrezza dei grandi illusionisti dell’epoca, nonché dell’inventiva che caratterizzava i pionieri della magia in teatro. E qui la domanda sorge spontanea: come arrivò alla sua fama planetaria, dove accingeva materiale per i suoi numeri? Ebbene Kellar era ciò che oggi si definirebbe un copione. Il suo repertorio veniva integrato ogni anno grazie alle sue visite a Londra, durante le quali non faceva altro che prendere appunti ed estrapolare i migliori numeri degli spettacoli dell’Egyptian Hall. Kellar non era certamente un ladro occasionale, tutt’altro, la sua piccola attitudine da predone era in realtà metodica e puntuale. Il furto più audace lo compì un’estate proprio durante uno spettacolo di Maskelyne, quell’anno probabilmente vide il numero che più destò il suo interesse, la celebre levitazione di una ragazza. Per più serate tentò di carpirne il segreto, e probabilmente non vi riuscì. Era ovvio che non avrebbe rinunciato a portarsi con sé il segreto per riproporlo in America, ed una sera, davanti agli occhi attoniti del collega impegnato in scena, si avvicinò al proscenio e salì sul palco! Qualche mese dopo i cartelloni dei suoi spettacoli in America annunciavano la “Levitazione della Principessa Karnac”. Inoltre fu così meschino da corrompere uno dei collaboratori di Maskelyne ed impiegarlo nei suoi spettacoli, usufruendo naturalmente della consulenza necessaria per mettere in pista l’illusione.

Oggi il numero della levitazione è molto cambiato da allora, esistono molte versioni e sfumature che lo rendono ancora uno dei più amati numeri degli illusionisti.

Che dire, tutto ciò ci fa sorridere, l’aneddoto di Kellar è molto divertente. Oggi sarebbe certamente un gesto improbabile, e forse perché nel XXI secolo non si inventa quasi più nulla. Infondo sappiamo tutto (o meglio pensiamo di sapere), e spesso questo gioca a sfavore della creatività. Il passato ci ha regalato una conoscenza che allora qualcuno ha sudato parecchio. Con un click possiamo “salire sul palco” dei migliori artisti del mondo rubando comodamente ogni cosa…

… e con la stessa semplicità dimenticare tutto. La ricchezza spesso confonde le idee.

Leonardo Carrassi

Fotografia di Herry Kellar con dedica autografata
Fotografia di Herry Kellar con dedica autografata

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Apri la chat
Chatta con me
Ciao 👋
Vorrei maggiori informazioni