Autore: Leonardo Carrassi*
Distratto da passioni che a volte giocano ruoli impropri, l’estro diviene follia, la stima invidia, e l’arte che è massima espressione di libertà diventa galera. Si traduce quindi in sofferenza, in inquietudine. Parliamo di Lord Magic, “il piú grande artista in circolazione”. Se lo dice lui… lui che puó sempre far molto meglio…
A volte ruba magie ad altri maghi. Ruba con intenzione, ma trova il modo di scagionarsi o dimentica in fretta di averlo fatto. Gli è sufficiente una scusa, mentire a sè stesso gli dá forza per mentire agli altri con maestria, e senza recitare.
Lord Magic ruba dove altri non rubano, in terre di nessuno, lontane da occhi attenti. E forte di un colpo perfetto (o quasi), ha il coraggio di puntare il dito contro ladri meno scaltri. È avaro e opportunista, pretende di entrare a conoscenza di un segreto con la stessa forza con cui tiene stretti i suoi. Piccoli segreti di pulcinella, sfilati via qua e lá.
In platea è mago, regista, tecnico, sceneggiatore, scenografo… “un vero esperto insomma”.
Difficilmente si gode uno spettacolo, lo giudicherá prima, durante e dopo. Nel ruolo del maestro dá il meglio di sè, in quello del somaro invece ha un vero e proprio talento.
Nel fallimento una scusa vince su una soluzione. E poi la colpa è di qualcun’altro, di una giuria, di un pubblico, di un amico che non gli serve piú.
Non prestargli mai oggetti o soldi, non te li renderá, fagli pure un favore, ma se ne dimenticherá.
Lord Magic è bugiardo, piccolo e meschino. Mette zizzagna tra la gente. Cerca consensi con l’inganno, è falso come i suoi giochi di prestigio.
Non è acuto, non dimostra intelligenza nelle sue ruberie. Imbroglione forse per vocazione, ma senza alcun talento, senza stoffa da imbonitore.
Lord Magic è solo, o destinato a diventarlo, in compagnia della sua magia da quattro soldi e un paio di scarpe rotte.
Che peccato peró.