Magia d’oriente
Un importante passaggio storico che segnó il varietá europeo e americano a cavallo tra l’800 e il 900, fu l’introduzione di molti illusionisti orientali nei grandi circuiti teatrali. Tali personaggi vestivano per lo piú con abiti tradizionali talvolta molto eccentrici, costumi che spesso celavano i segreti dei loro trucchi. La corrente magica orientale continuó per tutto il ‘900, e molto spesso, diversi artisti vestiti con tuniche e sai, con apparenti sembianze esotiche, furono illusionisti occidentali che cavalcarono, dichiaratamente o sotto mentite spoglie, l’onda della magia d’oriente. Tra questi finti orientali divenuti celebri, i nomi piú altisonanti furono quelli di Okito (Theo Bamberg) quinto di un dinastia di illusionisti olandesi, e Chung Ling Soo (Wlliam Ellsworth Robinson), passato alla storia per una tragica morte in scena, e che si dice assunse addirittura un interprete per farsi credere davvero cinese.
Ching Ling Foo e Chung Ling Soo, i due rivali del teatro orientale
Il successo di tali prestigiatori nel vaudeville cominció con Ching Ling Foo (1854-1922), considerato il primo mago orientale moderno in occidente, e secondo Kellar, col quale lavoró in tour, un artista di primo ordine.
Grande esponente della magia tradizionale cinese, nacque nei pressi di Pechino col nome di Zhu Liankui (1854-1922), divenendo in patria un artista molto celebrato e rispettato, tanto che il figlio del principe Ching, indusse il padre a nominare Ching Ling Foo prestigiatore di corte.
Tra i suoi incredibili numeri dal sapore esotico riusciva a produrre dalla bocca un palo di quasi 5 metri e tagliare la testa ad un ragazzo che usciva di scena decapitato. Si specializzó inoltre nella produzione dal nulla di enormi ciotole piene d’acqua (seguite talvolta da ciotole di fuoco o contenenti animali e addirittura bambini) numero che divenne famoso non solo per l’incredibile effetto scenico e per la difficoltá di realizzazione, ma anche per la trovata pubblicitaria con la quale il mago lo rese celebre. Debuttó negli Stati Uniti nel 1898 e quell’anno offrí una ricompensa di 1000 $ a chiunque fosse stato in grado di riprodurre il numero dell’acqua. La sfida fu accolta dall’americano William Robinson (colui che in seguito si rese celebre col nome di Chung Ling Soo), ma Ching ling Foo, alla fine non accettó di metterlo ufficialmente alla prova. Inizió cosí un’amara rivalitá tra i due, una competizione che con tutta probabilità fece molto bene alla carriera di entrambi i maghi.
Nel 1905 si esibivano a Londra, pubblicizzandosi entrambi come “l’Originale Illusionista Cinese” (Robinson nel frattempo erá giá diventato Chung Ling Soo) e quell’anno Foo lanció una seconda e ultima sfida: avrebbe consegnato i 1000 $ a Chung Ling Soo se il suo concorrente avesse saputo riprodurre almeno dieci suoi trucchi, e se lui stesso non fosse riuscito a mettere in scena anche solo un numero di Chung Ling Soo. Robinson accettó la scommessa e la data della conpetizione fu fissata, tuttavia Foo non si presentó, rinunciando per la seconda volta a una sfida da lui stesso avanzata.
Ten Ichi
Un altro protagonista di tale corrente orientale fu il giapponese Tenichi Shokyokusai Hattori (1852-1912), professore universitario amante della magia e meglio conosciuto col nome di Ten Ichi. Fu tanto e abile e innovativo che Nate Lipsia, nella sua biografia, lo descrisse come l’illusionista col repertorio piú originale che avesse mai visto.
Debuttó negli Stati Uniti nel 1901 e a Londra nel 1909. La sua piú grande innovazione fu rappresentata dalle fontane d’acqua, numero che ebbe un seguito nel ‘900 e che divenne una vera perla magica. Tutto ció che toccava con la bacchetta cominciava a sgorgare grandi getti d’acqua, fontane che zampillavano perfino dagli spettatori. Del repertorio di Ten Ichi si ricorda anche famoso numero “The Tie Thumb“, in cui i pollici legati del mago vengono attraversati da un anello metallico, permettendo a quest’ultimo di entrare e attraversare le braccia. Il numero, di origine ben piú antica, fu insegnato da Ten Ichi a Carl Rosini che eseguendolo lo rese nuovamente celebre ai maghi. Quando Ten Ichi e la sua troupe tornó in Asia lasció dietro di sè un bagaglio magico di tutto rispetto, tanto che molti illusionisti americani, tra cui il grande Thurston, si sentirono liberi di usare i suoi numeri nei loro spettacoli.
Tenkai
Tenkai (1889-1972) nato col nome di Teijiro Ishida in Giappone, è oggi passato alla storia per l’ononimo impalmaggio, utilizzato tutt’ora nella cartomagia e nella manipolazione di carte.
Visse per un periodo a Chicago e Los Angeles e si esibí a Honululu quando il Giappone bombardó Pearl Harbor durante la seconda guerra mondiale, riscontrando quindi molte difficoltà a lasciare le Hawahi. Torno in patria nel 1958, dove morí anni dopo nella sua cittá natale.
Han Ping Chien
Han Ping Chien (1891 – 1930) fu un illusionista cinese celebre per la manipolazione di monete, e per l’omonima tecnica tutt’oggi in uso.
La sua popolarità raggiunse il picco durante gli ultimi anni del vaudeville americano con la sua Pechino Mistery Troupe.
Inizió ad esibirsi in China sin da bambino con il celebre numero del riso (The Rice Box) e la produzione di nastri, ombrelli e ciotole d’acqua.
Cavalcando l’onda del successo di Ching Ling Foo, Chung Ling Soo, e di altri illusionisti dallo stile orientale tra Europa e America, Han Ping Chien lasció la la Cina e partì per l’occidente, con una troupe costituita, si dice, da soli familiari.
Morí purtroppo molto giovane all’etá di 39 anni circa.
Esterofilia magica tra estremo oriente, India ed Egitto
Lo stile esotico portó alla celebrità diversi illusionisti, e tra quelli non ancora citati sono degni di nota anche Tan Quai, il panamense Li ho Chang, i presunti indiani Blacaman, Kar-Mi, Fasola, gli egiziani Hadji Ali e Rahman Bey, i finti egiziani Rameses e Amasis. Da non dimenticare per il grande spirito innovativo anche il tedesco Ben-Ali-Bey, forse il primo tra tutti, debuttando come prestigiatore in vesti esotiche, già nel 1885.
Meravigliosi sono i manifesti prodotti da tali illusionisti, oggi ovviamente rari e costosi. Tra i piú comuni e meno cari ma dai disegni unici, spuntano spesso in vendita tra i collezionisti quelli di tale Chang nei suoi show Fak Hong e Hara Kiri.