Autore: Leonardo Carrassi*
“Il prestigiatore dimostra che le cose non sono sempre quello che sembrano. Qui ha origine la sua filosofia.”
Colonnello Stodare
L’illusionista Stodare, il cui vero nome fu Joseph Stoddart (qualcuno riferisce Jack Inglis), nacque in Scozia nel 1832 (alcune fonti dicono a Londra) e fu conosciuto come il “Colonnello”, titolo che suggeriva un avventuriero alla scoperta di misteri esotici. Fu tra gli artisti piú noti dell’epoca, e uno tra i primi protagonisti della Golden Age europea.
Stodare si recó a Londra nel 1865, e cominció a lavorare facendo concorrenza a John Henry Anderson. Fece la sua prima apparizione all’Egyptian Hall il 17 aprile 1865, luogo in cui pochi mesi dopo presentó la sua celebre Sphinx illusion, illusione inventata da Thomas Tobin, in cui una testa egizia senza corpo è apparentemente appoggiata su un tavolo. La testa apre gli occhi, sorride, parla in versi e risponde alle domande. Si dice che Stodare concludesse il numero con la trasformazione della testa in un mucchio di polvere. Inoltre Stodare presentó per la prima volta in Inghilterra la celebre “Instantaneous Growth of Plants” (The Mango Tree Trick) e la Cesta indiana.Tali illusioni avevano ovviamente quel sapore orientale che Stodare amava molto, descritte spesso dai viaggiatori che si recavano in India, terra di mistero e superstizione.
Quell’anno si esibí per ordine di Sua Maestà al Castello di Windsor e per Sua Maestà la Regina.
Nel 1866 morí di tubercolosi al culmine del suo successo, dopo una grave emorragia ai polmoni. Aveva solo 35 anni. Suo fratello Alfred e sua moglie “Madame Stodare“, continuarono a portare in scena il suo show con l’assistenza di Firbank Burman (uno degli allievi di Stodare), e G. W. Jester (ventrilocuo).
Tra le varie illusioni a cui si attribuisce la paternitá di Stodare si ricorda “The Indian Basket”, illusione in cui un’assistente viene trafitta da lance o spade (oggi infuocate) all’interno di una piccola cesta, “The Vanishing Glass of Water”, la sparizione di un bicchiere d’acqua, e “The Egg and the Handkerchief”, il famoso trucco dell’uovo nel fazzoletto.
Lasció alla magia due piccole opere, “The Art of Magic” (1865) e “Stodare’s Fly Notes” (1867).