Autore: Leonardo Carrassi*
La spedizione dei mille guidata da Garibaldi vedeva tra le fila di soldati un giovane prestigiatore, il suo nome fu Bartolomeo Marchelli nativo di Ovada (Alessandria). Nacque il 24 agosto 1834 e molto piccolo si trasferí con la madre Angela a Genova dove ricominciarono una nuova vita dopo la prematura perdita del Padre Giacomo, aprendo un piccolo negozio in via San Vincenzo. Purtroppo il suo percorso scolastico fu breve ma ció che lo contraddistinse fu fin da giovanissimo un interesse e una rara abilitá nei giochi di prestigio. L’arte magica lo travolse e cominció da ragazzo ad esibirsi sia a Genova che nella sua cittá natale non molto distante, e nella quale tornava di frequente.
Il talento del ragazzo fu notato da Bartolomeo Bosco che lo prese come allievo per qualche anno.
Un’altra caratteristica di Marchelli fu il suo modo particolare di giocare a biliardo senza l’uso della stecca, muovendo le palle sovviandovi su.
Marchelli racconta che ricevette una lettera di un suo commilitone, volontario nella guerra di Crimea, che parlava della volontá di Garibaldi di partire per la Sicilia con circa mille volontari. Partí cosí per genova per avere maggiori informazioni con l’amico Emilio Buffa, deciso di far parte della spedizione.
Dopo due settimane arrivó l’ordine dell’adunata a Quarto e con il Buffa raggiunse Garibaldi che si trovava in segreto a Villa Spinosa.
Giuseppe Bandi, ufficiale garibaldino e storiografo dei Mille, racconta che a Villa Spinola «tre o quattro giorni innanzi la partenza» mentre camminava con l’amico Augusto Vecchi «un giovine, alto di statura e vestito così così, ci chiamò […] egli aveva gran voglia di venire in Sicilia». Ai due ufficiali sorse cosí il dubbio che il ragazzo sfosse una spia. Tutt’altro, era Bartolomeo Marchelli «a raccomandarsi come un’anima persa […] a mo’ degli accattoni».
Se il Vecchi non lo avesse riconosciuto grazie alla notorietà da prestigiatore e giocatore senza stecca avrebbe rischiato grosso. Ecco cone «il famoso giuocatore di biliardo senza stecca divenne un dei Mille di Marsala»
Dopo l’unificazione d’Italia Marchelli, detto “Bazara”, lascio l’esercito per tornare al suo mestiere di prestigiatore. Si esiví ancora a Genova e nel Monferrato. Si interruppe nuovamente per partecipare alle campagne dell’Aspromonte, del Trentino e di Mentana.
Già nel 1862 ottenne dal ministero la sovvenzione governativa a favore dei volontari italiani della prima spedizione in Sicilia. Nel ’65 gli venne data una pensione vitalizia come a tutti i Mille fregiati della Medaglia d’onore di Palermo.
Nel dicembre del 1877 è a Caprera, ospite del generale Garibaldi, ecco cosa scrive « Caprera, 22 D.bre ’77
Raccomando i miei amici il Capitano Marchelli dei Mille. Egli ha dato qui un’accademia da prestigiatore (sic). Lo credo insuperabile nell’arte sua.
G. Garibaldi. »
Morí a Nervi (Genova) il 16 febbraio 1903 all’etá di 69 anni. Oggi a Ovada vi è una via col suo nome e una lapide di Marmo nel cimitero comunale.
Emilio Costa e Leo Morabito hanno pubblicato negli anni 80 il suo diario della spedizione. Di Bartolomeo rimane un taccuino di memorie, la sua spada, le sue medaglie, il bastone di Garibaldi, alcune stampe autografe, diversi documenti e la sua leggendaria camicia rossa in mostra presso l’Accademia Urbense. Le ricerche dei due studiosi hanno riportato in vita molteplici articoli di giornale nazionali ed internazionali che testimoniano la sua vita da prestigiatore.
Per chi fosse interessato a leggere le notizie dell’epoca sul prestigiatore Garibaldino, alcune fonti ritrovate da Morabito e Costa, (articoli di giornale) sono riportate alla fine dell’articolo corrispondente a questo link:
http://www.cultura-barocca.com/ABCZETA/MARCHE1.HTM
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