Leopoldo Fregoli, il più grande trasformista di tutti i tempi

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Autore: Leonardo Carrassi, Alex Rusconi*

“Avete davanti a voi il mio staff Signori e Signore” diceva Fregoli, “un regista, un direttore d’orchestra, due macchinisti, due elettricisti, un meccanico, un modista, un parrucchiere, due responsabili del guardaroba, una sarta, dei costumisti, il mio segretario, il mio impresario e i suoi tre assistenti. In tutto siamo 23 persone, 370 bauli in 4 vagoni, per 30 mila chili tra vestiti e accessori…”. Si pensi solo che all’epoca erano state ingaggiate 500 persone per ricostruire abiti e attrezzature dopo un terribile incendio che aveva bruciato il suo materiale di scena, il tutto commissionato in sei giorni. Questo é solo uno degli incredibili aspetti della storia di un artista tra i più importanti del panorama mondiale della prima metà del 900, un attore, un cantante, un trasformista geniale e perché no, un mago del varietà purtroppo dimenticato. Con i suoi 800 costumi e le sue 1200 parrucche diceva, avrebbe potuto ricoprire interamente la tour Eiffel. Le cifre Di Leopoldo Fregoli lasciano col fiato sospeso: fino a 100 personaggi interpretati per serata, 6000 spettacoli in più di 650 teatri differenti in giro per il mondo e 14 attraversate atlantiche. Il suo guadagno annuo ammontava a quasi 1.000.000 di franchi, cifra che un ministro dell’epoca avrebbe ottenuto solo dopo 15 anni di lavoro.

Leopoldo Fregoli nasce a Roma nel 1867 in via della Stamperia, nell’edificio che oggi ospita l’Accademia di San Luca, e fin dall’adolescenza inizia a frequentare compagnie filodrammatiche grazie alle quali comincia ad esibirsi come illusionista, comico e cantante. Nel 1887, parte per il servizio di leva in Eritrea dove, entrato nelle grazie del generale Baldissera, recita nel circolo degli ufficiali di Massaua. Proprio qui nasce, per caso, il trasformismo: si era pronti per portare in scena una commedia quando tutti i soldati-attori vennero richiamati al fronte della battaglia. Fregoli restò solo e, pur di non deludere i tanti spettatori del teatro Margherita di Massaua, recitò egli stesso tutte le parti, scoprendo così il suo originale talento.

Al suo ritorno a Roma riscuote enorme successo debuttando nel 1890 al Café Chantant Esedra, e nel 1892 fonda due compagnie teatrali, la Compagnia di Varietà Internazionale, e la compagnia Fin di Secolo con la quale girerà l’Italia anche se solo per pochi mesi.

Si mise in proprio, solo con l’amico Crescenzi e il fratello girò prima l’Italia, quindi il sud America per toccare, prima che il secolo finisse, Londra, Sanpietroburgo, New york, Berlino, e Vienna. Nel 1900 debutta al Trianon di Parigi e, dopo l’incendio di cui abbiamo già parlato, si sposta al teatro Olympia dei fratelli Isola rimanendo in cartellone per ben nove mesi e stabilendo un record mai più eguagliato.

Fu la sua definitiva consacrazione. Fregoli diventa una star internazionale in grado addirittura di influenzare le mode, i menù dei ristoranti, perfino la lingua italiana che, sotto l’egida dell’Accademia della Crusca, include nel dizionario il termine “fregolismo”.

Allora all’estero si parlava dell’Italia per il Poeta Gabriele D’Annunzio, l’inventore Guglielmo Marconi, il tenore Caruso e il trasformista Fregoli.

Cartolina dell'epoca
Cartolina dell’epoca

Descrivere la carriera di Fregoli non è certamente cosa semplice, inoltre il materiale necessario per ricostruirne i passi sarebbe pressoché infinito, tuttavia parlando dell’artista sorgono naturalmente riflessioni sull’uomo, un genio dell’epoca audace e determinato che ha saputo fondere le arti del teatro e del varietà in un genere tanto originale da essere ancora, dopo più di un secolo, virtù di pochissimi artisti. Nei suoi spettacoli s’intrecciavano ventriloquia, canto, e ballo, Fregoli era anche un musicista che portava in scena diversi strumenti musicali, oltre che un comico, un giocoliere e un illusionista. Il trasformismo infine, arte di cui Leopoldo Fregoli si puo definire padre, fu probabilmente la lieson tra i suoi fantastici personaggi e le sue incredibili virtù. Fregoli non si cambiava solo d’abito velocemente, ma era in grado di cambiare postura, accento e voce. Riusciva a cantare da baritono, da tenore e da soprano con grande accuratezza e lo testimoniano i 78 giri giunti fino a noi dove possiamo ascoltarlo duettare con… sé stesso. Era in grado di cambiare ‘anima’ insieme ai vestiti e a proporre al pubblico personaggi assolutamente diversi tra loro, tanto che spesso vi era il sospetto che in scena si alternassero più persone. Ma per sfatare questa leggenda, Fregoli inziò a mostrare anche il dietro le quinte del suo spettacolo, attraverso tendaggi trasparenti e altri escamotage (anche cinematografici) dimostrando che in scena c’era ‘lui, solo lui, sempre lui…’.

Alcuni dei suoi personaggi in cartolina
Alcuni dei suoi personaggi in cartolina

Una bellissima immagine di Fregoli la trovo in un articolo di Amilcare Foscarini “Leopoldo Fregoli, la comicità che ha fatto storia”. Foscarini parla di una “sindrome del viaggiatore”, e riferendosi all’artista scriveva: ” […] aveva continuato a girare il mondo, più come soldato che come comico, prima di potersi presentare alla ribalta dei teatri romani, dove sognava di recitare fin da bambino, fissando gli occhi sulle finestre alte della casa di via Dei Serpenti. Una storia esemplare eppure semplice: ma la sua sindrome da emigrante era un’altra faccenda è una sindrome che prende tutti i teatranti costretti a vivere in mezzo alle valige, alla partenze e agli arrivi, tra un caffè alla stazione e un panino sul treno. Partenze e arrivi, arrivi e partenze […] senza nessuno che ti venga a salutare”. Righe ricche di significato, parole che disegnano chiaramente una immagine tipica, immagini che raccolgono molto più che lo stereotipo del teatrante, da Foscarini si evince la risoluzione necessaria alla vita di un attore, credo ieri come oggi.

Vedere oggi Arturo Brachetti interpretare centinaia di personaggi ci riempie di meraviglia, gli stessi prestigiatori colgono la magia che il sapere magico toglie solitamente a tutti gli adepti davanti alle performance di un prestigiatore. Figuriamoci l’estasi che poteva suscitare all’epoca un trasformista. Inoltre si pensi al risultato che puo ottenere un perfetto ventriloquo se abile nell’usare controfigure e rapidi cambi d’abito, il tutto coadiuvato da un lavoro frenetico e meticoloso dietro le quinte! Si immagini Fregoli uscire da scena agghindato da signora mentre una controfigura rimaneva di spalle vicino alle quinte dando l’illusione di non essersi mai allontanato e continuando a recitare il copione. In un attimo la controfigura spariva e fregoli entrava vestito da uomo. Celebre fu l’esibizione in un Teatro di Genova nel quale il bagaglio dell’artista non era arrivato in tempo. Portato quindi in teatro in extremis Fregoli chiese aiuto al noto prestigiatore Majeroni (piccola biografia di Majeroni su Spettacolo Magico V. Raimondi) facendosi collocare in una cassa che rimase in scena per tutto il tempo che gli ci volle per vestirsi e truccarsi al suo interno. Majeroni intrattenne il pubblico fintanto che Fregoli non fu pronto, e ad un gesto magico fece uscire l’attore dalla cassa che cominciò il suo spettacolo.

Fregoli amava molto impersonare politici e personaggi pubblici dell’epoca, e cavalcare gli scandali con simpatiche macchiette. Dall’unione di diverse opere teatrali di Fregoli nacque “Eldorado”, probabilmente il non plus ultra tra i numerosi numeri di questo artista. L’idea era quella dell’incontro tra un impresario e vari artisti invitati nel suo studio. Si susseguivano quindi una danzatrice, una cantante, un mago (prof. Babel), un clown, e direttori d’orchestra tra cui Wagner, Mascagni, e Verdi.

Nel 1897 a Lione Fregoli incontra i fratelli Lumière dai quali, dopo un corso intensivo nel loro laboratorio, acquista tutto il necessario per realizzare da sè cortometraggi, divenendo a tutti gli effetti un pioniere del cinema. Ribattezzando la macchina per proiezioni “Fregoligraph” l’artista romano fa conoscere in Italia e in tutto il mondo le meraviglia del grande schermo, cimentandosi anche con i primi trucchi cinematografici e doppiando ‘dal vivo’ le sue pellicole, buona parte delle quali dedicate alla prestigiazione, da ricordare il cortometraggio “Fregoli Illusionista”.

La sua passione per l’illusionismo era sincera e atavica, nata quando, ancora fanciullo, aveva assistito a uno spettacolo del grande Herrmann. Qualcuno afferma che Fregoli spiegasse i trucchi dei prestigiatori nei suoi spettacoli (vedi Rossetti e Silvan). In realtà Fregoli prendeva in giro con affetto la figura dell’illusionista con gag simpatiche ma che assolutamente non mancarono mai di rispetto a un’arte antica che anche Fregoli amava.

Fregoli fu ammirato e stimato dai contemporanei, compresi personaggi insospettabili come Papa Pio XII e il generale Badoglio. Tutti i ‘colleghi’ lo amavano, da Ermete Novelli a Ernesto Rossi, da Eleonora Duse a Sarah Bernhardth, da Eduardo e Peppino De Filippo a Tommaso Marinetti, fino ad arrivare a Thomas Edison che lui disse: “Fregoli ha davvero accelerato la velocità del pensiero umano”.

Fregoli viene anche ricordato e descritto dai contemporanei come una persona ricca di spirito ed energia, che amava circondarsi di amici o anche sconosciuti con cui organizzava luculliane cene, generoso con il prossimo (non si contano i ‘prestiti’ mai restituiti elargiti a piene mani a colleghi attori e amici in cattive acque), amante del vino e delle belle donne. Dopo un primo ritiro nel 1919, Fregoli tornò sulle scene dopo pochi mesi, dopo aver fatto due conti ed essersi reso conto della pochezza delle sue finanze, per un ultimo grande tour mondiale. Si ritirò definitivamente nel 1925, vendendo quasi tutto il suo materiale scenico e rintanandosi nella sua villa di Viareggio, sul lungomare Carducci, dove visse in tranquillità con la moglie Velia gli ultimi dieci anni della sua vita. Nel 1935 inizia a scrivere, insieme a Mario Corsi, le sue memorie che verranno pubblicate nel 1936 da Rizzoli. Nello stesso anno, nel mese di novembre, Fregoli lascia definitivamente questo mondo, discretamente, per arresto cardiaco sul suo divano. Fu sepolto a Viareggio ma, poco dopo, le sue spoglie furono trasferite nel cimitero del Verano a Roma, dove ancora oggi è possibile visitarla. Oltre alla maschera funebre del grande artista, sulla tomba non vi sono date di nascita, nè di morte, ma solo una grande e significativa scritta incisa nel marmo rosato: “Qui Leopoldo Fregoli compì la sua ultima trasformazione”.

Bibliografia essenziale:

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FREGOLI Leopoldo, “Fregoli raccontato da Fregoli”, Rizzoli, 1936

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“Fregoli” ad opera di Alex Rusconi, è la prima biografia italiana con notizie inedite e immagini mai viste prima, pubblicate per la prima volta con l’autorizzazione degli eredi. Il lavoro, che ha richiesto tre anni di ricerca, si basa su una bibliografia di oltre 500 titoli tra libri e giornali dell’epoca.

Fregoli la Biografia di Alex Rusconi, prefazione di Arturo Brachetti
Fregoli la Biografia di Alex Rusconi, prefazione di Arturo Brachetti

 

Questo articolo è stato scritto per Verba Tayko in collaborazione con Alex Rusconi, che gentilmente ha voluto farmi l’onore di aggiungere qualche aneddoto sulla vita di Fregoli. Per chi volesse approfondire raccomando l’acquisto del suo libro “Fregoli, la biografia” edito da Stampa Alternativa.

Il libro è reperibilile in tutte le migliori librerie Italiane, on line su Ibs, Amazon e al link https://www.stampalternativa.it//libri/978-88-6222-180-1/alex-rusconi/fregoli.html

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