Vidi The Illusionist la prima volta circa sette anni fa a Dubai e rimasi piacevolmente sorpreso da una produzione milionaria che in effetti manteneva la promessa pubblicitaria, la più grande reclam che abbia mai visto per uno spettacolo di arti visuali. Ricordo che sul tratto della metropolitana a cielo aperto, si ergeva per il lungo un cartello pubblicitario infinito, penso il più grande che abbia mai incontrato, forse 150 metri, chi lo sa, ma era immenso. Lo showreel di The Illusionist andava in onda ovunque, televisioni, schermi nei mall, ledwall, e ovviamente non esitai un attimo ed acquistai il biglietto. Dubai d’estate, per giunta nel periodo del Ramadan, era di una noia mortale, ed ecco trovato il diversivo ludico che mi avrebbe donato spunti riflessivi per qualche giorno durante la quotidianità, tra i 50 gradi fuori, e i meno 20 dentro (solo chi è stato a Dubai nella stagione estiva può capire l’allusione). Arrivai in teatro entusiasta ma con un po’ di scetticismo difensivo: dalle aspettative che avevo in effetti sarebbe stato facile rimaner delusi, e invece… vidi uno show pazzesco. Jeff Hobson, il capocomico e padrone di casa più forte che abbia mai visto in uno spettacolo di illusionismo, piegò il pubblico tra risate e pickpocket come mai mi è capitato di vedere, Andrew Basso spettacolare, Dan Sperry mostruoso (nonostante non ami quel genere), Kevin James e company, uno meglio dell’altro, in un’alternarsi di act megalitici che facevano invidia al meglio di Las Vegas, accompagnati da un’orchestra sotto il proscenio, una rock band dal vivo con tanto di cantanti. L’investimento da capogiro nella scenografia, nelle grandi illusioni e in tutta la costruzione dello spettacolo era evidente. Qualcosa oggi è profondamente cambiato.
Ho visto ieri la replica del nuovo spettacolo a Sofia (Bulgaria), dopo sette anni, lo stesso che arriverà in Italia a giorni. Di quello show è rimasto l’intramontabile Kevin James con il suo numero sfacciatamente realistico e un grandioso Andrew Basso, performer a cui non manca nulla, anima di uno spettacolo che senza la sua evasione dalla pagoda cinese, non avrebbe lo stesso sapore. Già quasi non ricordo il resto dello show, che se pur scorrevole, nell’insieme non lascia particolari emozioni.
Diciamo così, lo spettacolo si lascia vedere piacevolmente, ma non è ciò che ci si aspetta dalla più grossa produzione magica itinerante al mondo. Ecco la mia opinione, poi buttatela via: rispetto a qualche anno fa lo spettacolo ha perso il ritmo ed è molto lento, almeno per tutto il primo tempo. È mancato un Jeff Hobson che tenesse banco, non ho avuto la percezione di un padrone di casa, non mi sono sbellicato dal ridere, ma neanche ho riso se ci penso. Alcuni numeri selezionati li ho trovati cheap (parlando agli addetti ai lavori, oggi una Ladder Levitation all’interno di una produzione di questo genere lascia un po’ perplessi ad esempio). Molte sono probabilmente legate ad un budget più povero, forse non ci sono più i soldi di un tempo: niente più orchestra ad esempio e grandi illusioni molto contenute (e alcune un po’ comuni). Certo, questo denota la volonta di far sopravvivere un bel prodotto nonostante non sia più una novità. Legittimo. Presi uno a uno infatti, tutti gli artisti del cast meritano il posto, tutti professionisti di livello chi più chi meno, intendiamoci. Il punto è un’altro: non ho sentito un brivido, non mi sono emozionato, non ho visto la potenza, il groove, l’uragano di anni fa, quel ritmo costante, quella macchina da guerra dal sapore vintage e allo stesso tempo Rock’n Roll. In ultimo ho visto pochi, pochissimi momenti veramente magici, e purtroppo nessun grande numero alla The Illusionist. Si può dire quindi che abbia visto un altro show rispetto a Dubai, ma non solo perchè a tutti gli effetti lo sia stato (il cast in effetti cambia di stagione in stagione tolti un paio di insostituibili), quanto perchè anche l’idea e il concetto sono totalmente cambiati. Sarà che mi sfuggono le dinamiche dietro la macchina produttiva di The Illusionist, e forse chi la conosce farebbe una bella quadratura del cerchio con quattro parole. Io parlo solo da spettatore che ha avuto la possibilità di vedere questa produzione due volte.
La domanda a questo punto è: se non avessi visto una delle prime meravigliose edizioni, avrei considerato questo un “grande show”? Forse no, non così grande e sicuramente non scevro punti davvero deboli, facilmente sostituibili.
Questa recensione ha un valore strettamente personale, nel contesto di un blog che parla di attualità e storia della magia, un’opinione che lascia giustamente il tempo che trova. Sarà un piacere sentire cosa ne pensate, a giorni The Illusionist sarà in Italia, andate quindi a vedere questo grande show di magia. Spero tuttavia che molti di voi lo abbiano visto quando l’ho potuto vedere io.
L.C.
Ho i biglietti per la prima di Milano di Mercoledì, ti farò sapere, spero tanto che il tuo giudizio sia stato troppo severo… Con quello che ho speso, o meglio, con quello che ha speso mio figlio per farmi il regalo di natale!
Peccato che vedo solo ora il commento. Quindi? Sono stato troppo severo?