[Autore: Leonardo Carrassi] ☆
Come poter credere alla storia del piccolo uomo di Norimberga? Eppure non si tratta di leggenda, Mathew Buchinger è realmente esistito, e nulla di ciò che leggerete di seguito è inventato. La vita di quest’uomo, forse poco conosciuta, rimane tra le più interessanti che mi sia mai capitata di scoprire, e forse tra le biografie più incredibili mai scritte dagli storici della prestigiazione. Le fonti sono attendibili, ed ovviamente non ho nessun merito dal punto di vista storico, la mia ricerca si limita ad un ponderato collage di aneddoti trovati qua e là, un “centone” bibliografico e riassuntivo di ciò che ho spulciato nella mia libreria magica, tra cui l’ottimo saggio di Raffaele de Ritis “Illusionismi”.
Matthew fu un grande illusionista, esperto nel giuoco dei bussolotti, suonava ben nove strumenti musicali (c’è chi ne riporta oltre una dozzina tra i quali molti di sua invenzione). Avendo ottime doti di calligrafo eseguiva meravigliose miniature, dipingeva ritratti e paesaggi, sapeva egregiamente usare le armi da fuoco e tra le sue innumerevoli virtù era il più forte giocatore di bowling di quei tempi. Il piccolo uomo di Norimberga era così chiamato perché non possedeva né braccia né gambe dalla nascita. Se la natura dimenticò metà degli attributi di quest’uomo gli riconobbe uno spirito superiore, l’anima dei grandi prodigi..
Matthew visse a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, figlio dell’arte barocca e dell’illuminismo, epoca in cui i ciarlatani dominavano le vie di Londra e di Parigi, i ponti, e le piazze. Contemporaneo di Fawks, prima di Pinetti e forse solo dopo Tabarin, spettacolarizzò ineguagliabili capacità di incanfolle, viaggiando tra le corti d’Europa ed esibendosi di fronte a Re ed illustri personaggi. Matthias non era un volgare saltimbanco o un fenomeno da baraccone, era un gentiluomo di cultura a cui certo non mancava l’attributo che gli diede possibilità di procreare ben quattordici figli (legittimi) da quattro mogli, senza contare la prole non riconosciuta, figli partoriti dalle le sue amanti che si diceva fossero decine. Un vero e proprio “sciupafemmine”.
Fortunati collezionisti vantano opere d’arte meravigliose, tenendo in vita veri e propri portenti che superano di gran lunga ogni attitudine umana conosciuta. Da ricordare è certamente il suo ritratto disegnato su pergamena nel quale in ogni ricciolo della parruca è inciso un salmo della bibbia, interi passaggi difficilmente comprensibili ad occhio nudo (collezione privata di Sir Herbert di Cheshunt).
Matthew nasce il 3 giugno 1674, tuttavia i primi documenti che parlano di lui risalgono al 1708 e ci lasciano testimonianza della sua partecipazione alla fiera di Norimberga, dopo la quale l’artista cominciò a viaggiare per le corti di tutta Europa. Un piccolo manoscritto che con tutta probabilità doveva essere un avviso al pubblico dei tempi, annunciava nel 1716 l’arrivo a Londra dell’artista che prometteva una serie di prodigi tra cui la costruzione di una penna con la quale disegnava paesaggi in miniatura, creava ritratti e scriveva al contrario. Nei suoi spettacoli inoltre dimostrava di radersi in modo eccellente e di infilare velocemente un filo nella cruna di un ago. Inoltre suonava la tromba, caricava un fucile magistralmente e come riporta Ricky Jay dava dimostrazione del giuoco dei bussolotti in modo eccellente (faceva apparire uccellini vivi), nonostante i limiti tecnici e meccanici gli permettessero solamente l’utilizzo dei moncherini. Per compensare alle sue mancanze durante le esibizioni Buchinger doveva certamente essere maestro nell’arte dell’inganno e delle tecniche psicologiche di distrazione. Non pago di tutte le sue doti, nell’epoca di maitre Gonin fu certamente tra i più abili gioocatori di bussolotti mai esistiti.
Quest’ometto si meritò inoltre il rispetto di nobili e letterati di tutta Europa e fu una presenza ambita ovunque. Il piccolo uomo di Norimberga mori all’età di sessant’anni circa, presumibilmente nel 1734.
Cosa ci fa pensare un personaggio così geniale, cosa ci lascia? Forse il rammarico di non approfittare delle nostre capacità? Con la mente di Buchinger e gli attributi di qualunque persona normalmente dotata quale sarebbe quindi il limite ultimo?
Leonardo Carrassi