Fu alla fine di una cena tra uomini, in un momento di infiniti sigari e bicchieri incessanti […]. Si parlava di magnetismo, dei trucchi di Donato e degli esperimenti del dottor Charcot. All’improvviso, questi uomini scettici, gentili, indifferenti a tutte le religioni, cominciarono a raccontare fatti strani, storie incredibili…
Guy de Maupassant
Creatore dell’ipnotismo da palcoscenico, Alfred-Edouard D’Hont nacque il 9 marzo 1845 a Chénée, in Belgio. Sulla scia di coloro che adottarono nomi italiani per darsi un tono, Alfred-Edouard divenne Donato, uno degli ipnotisti più celebri della storia.
Donato rinnovò le scoperte del pioniere dell’ipnotismo James Braid (1795 – 1860), primo “ipnoterapeuta” e padre dell’ipnotismo moderno, rendendole popolari con l’uso di ciò che egli definì “fascinazione“.
Donato era convinto che l’ipnosi e la suggestione fossero fortemente influenzate dalla forza della convinzione, per stabilire una relazione di dominio, sviluppando diverse tecniche per catturare l’attenzione dei volontari, sorprendendoli, pietrificandoli e non lasciando che riacquistassero la loro compostezza, chiamando tutto ciò fascination du regard(fascinazione dello sguardo), adottando talvolta manovre brutali e metodi invasivi. Donato cercava di stancare rapidamente gli occhi del soggetto che desiderava influenzare avvicinandosi il più possibile, quasi naso contro naso, procurandoli una momentanea congestione del fondo dell’occhio e portandoli in uno stato confusionale.
Fu senza dubbio l’ipnotista più influente della sua epoca, nonchè uomo dalle grandi capacità comunicative e commerciali. Utilizzava enormi manifesti che precedevano di molto il suo arrivo in città, pubblicizzando i suoi spettacoli anche attraverso i giornali e creando con maestria grandi aspettative in ogni luogo.
Le credenze popolari del tempo contribuirono naturalmente a costruire un’immagine di Donato misteriosa e dai tratti mistica. Ci si poteva ad esempio aspettare che Donato costringesse qualcuno a seguirlo semplicemente con lo sguardo, e tali dicerie venivano spesso amplificate nelle chiacchere da salotto e nei luoghi pubblici. Il potere attribuito a Donato era così grande che gli ufficiali della Guardia Repubblicana, si affermava, cadessero ai suoi piedi nella più totale sottomissione, solo guardandolo negli occhi. Si dice inoltre che pagando, abbia approfittato di questo sua potenza mediatica, per pianificare dimostrazioni ad hoc, in molti casi un po’ discostate dalla verità.
Durante le sue esibizioni tuttavia, era accaduto che alcuni dei suoi soggetti (già fragili psicologicamente) venissero lasciati in uno stato di instabilità e che si fossero verificati alcuni incidenti. Per tanto vietarono in Belgio le esibizioni di ipnosi.
Ma Donato trovò presto il modo di aggirare tali divieti: quando le autorità intervenivano, affermava che in scena vi erano solo complici. Ad ogni modo non la fece franca per sempre poichè venne processato e dovette difendersi davanti ai giudici, cosa che riuscì a far molto bene, facendo leva sul fatto che nessuno poteva dimostrare che i suoi volontari stessero realmente dormendo o fossero in uno stato di incoscenza.
A proposito dei suoi metodi indelicati, nel 1886, Donato fu invitato da Bernheim ad una dimostrazione nella scuola di Nancy, riguardante l’istaurazione del rapporto ipnotico coi pazienti. A differenza di Donato, Bernheim dimostrò come ottenere una relazione ipnotica trattando i soggetti con cura, invece che dominandoli con invadenza. Donato non mise in discussione l’accuratezza dei suoi stati ipnotici, ma spiegò con convinzione che al di fuori del contesto ospedaliero, non avrebbe ottenuto gli stessi risultati, se non con un forte dominio psicologico.
Donato fu stimato da ogni collega dell’epoca e perfino fin dopo la sua morte si parlò di lui come luminare dell’ipnosi da dottori e psicoterapeuti.
Diversi medici vennero a conoscenza dell’ipnosi e la presero in considerazione grazie alle sue dimostrazioni, tra cui l’eminente Jean-Martin Charcot, importante neurologo francese (medico scopritore della Sla), e che i due continuarono fianco a fianco per un lungo periodo, fino a quando non divennero antagonisti e con differenti vedute.
In un momento in cui ipnotismo e magnetismo erano ancora pratiche non ben distinte, l’una figlia dell’altra, il prof. Donato fa chiarezza nel suo libro “Cours pratique D’Hypnotisme, de Magnétisme Et de Suggestion“, nel quale scrive:
“[…] I magnetisti della vecchia scuola, cioè quelli che stanno ancora alle teorie del barone Du Potet, sostengono che il sonno artificiale è causato unicamente dal fluido dello sperimentatore, cioè da un’onda di un uomo […] non solo dalle mani del magnetizzatore, ma da tutto il suo corpo.
Gli ipnotisti scientifici della scuola del Dr. Liébault di Nancy, negano assolutamente l’esistenza di fluidi e affermano che il sonno è causato dal fissaggio degli occhi e da una volontà assolutamente suggestiva”. Segue dicendo: “bisogna avere il coraggio di affermare che magnetisti e ipnotisti giocano sulle parole […]. Alcuni soggetti possono essere influenzati solo dalla carezza dei passi, sotto la loro monotona ripetizione che lenisce il nervosismo e li immerge in uno stato inizialmente sonnolento, che lascia il posto al vero sonno. Altri soggetti, invece, subiscono solo l’azione dell’occhio e non si addormentano se non dopo aver fissato l’occhio dello sperimentatore o un oggetto brillante o qualcosa che gira regolarmente davanti ai suoi occhi”.
Donato aprì le porte ovviamente all’ipnosi da dimostrazione e presto nel mondo nacquero altri ipnotisti da palcoscenico, tra cui il belga Jean Lambert Pickman, uno dei principali divulgatori dell’arte della suggestione.
Donato morì a Parigi il 14 novembre 1900.
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Fonti e approfondimenti:
ROBELLY. LE LIVRE D’OR DE CEUX QUI ONT EU UN NOM DANS LA MAGIE. Tours, chez l’auteur, 1949.