Dan Schawbel intervista David Copperfield

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Rieccoci con una piccola novità, la banalissima intervista di Dan Schawbel, rinomato autore/giornalista del New York Times, al mago più famoso del mondo, David Copperfield.

Leggeremo domande scontate, non più eccitanti di quelle rivolte ad un calciatore a bordocampo. Il servizio è equivalso a guidare una Ferrari in cortile. A domande tanto inutili, ovviamente, non vi aspettate che tutte le risposte siano state illuminanti.
Sono passati troppi anni da quando vidi Copperfield dal vivo e ricordo uno show meraviglioso. Oggi in molti lamentano che il mago sia stanco, e che durante il suo spettacolo a Las Vegas, sia demotivato e demotivante. Dall’intervista sembra tutto il contrario… qualcuno di voi l’ha visto recentemente? Ad ogni modo si spera che il miglior illusionista del mondo torni a trovarci in Italia. Buona lettura.
Dan Schawbel racconta

Ho parlato con David Copperfield, l’illusionista che commercialmente ha ottenuto maggior successo della storia. Gli ho chiesto di parlarmi delle sue prime influenze, di ciò che dopo anni lo motiva ​​a continuare, della costanza nel rinnovare i suoi numeri e dei suoi migliori consigli per fare carriera.
Copperfield si sta esibendo nell’MGM Resort a Las Vegas. I sui speciali televisivi hanno vinto 21 Emmy Awards su un totale di 38 nomination. Famoso per combinare narrazione ed illusione, la carriera di Copperfield di oltre 40 anni l’ha visto premiato con 11 Guinness World Records, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, lo Chevalier Awards dal governo francese, ed infine è stato nominato un Living Legend dalla US Library of Congress. Finora ha venduto 33 milioni di biglietti e incassato più di 4 miliardi di dollari, più di ogni altro intrattenitore solista nella storia. Quando non si esibisce, amministra la sua catena di undici isole resort alle Bahamas”
.

L’intervista a Copperfield


Dan Schawbel: Hai iniziato a praticare magia giovanissimo. Chi ti ha influenzato allora?

David Copperfield: Le mie influenze non erano maghi in senso classico, ma le grandi stelle MGM come Gene Kelly e Fred Astaire. Frank Sinatra fu una grande influenza. Se solo potessi cantare! Ho anche studiato i grandi registi. Capra, Hitchcock, Victor Fleming, Orson Welles.

Ho amato la magia, naturalmente, ma non progredivo in tal senso, da ragazzino. Essere un mago significava indossare code senza parlare, facendo apparire uccelli. Avere modelli del cinema si è rivelata invece per me un’ottima cosa, perché mi ha ispirato a portare la narrazione nella magia, romanticismo, coreografia, tutti gli elementi del cinema e del teatro che ho amato. Il mio contributo iniziale fu quello di aggiungere romanticismo, suspense, e narrazione al mio lavoro.


Schawbel: Dopo decenni di spettacoli magici in tv e davanti al pubblico, cosa ti mantiene motivato? Stai ancora affinando il tuo mestiere?

Copperfield: Amo creare esperienze mai viste o sentite prima, e se non mi sbaglio continuerò così. Sono benedetto e maledetto per non essere mai soddisfatto.

Mi sento ancora come quando avevo sedici anni, cercando di ottenere quotidianamente il meglio. Registriamo ogni performance. Guardo ogni spettacolo e cerco di notare come risponde il pubblico. Cerco sempre il modo per migliorare ogni cosa. Non mi sono mai compiaciuto. Raramente mi sento completamente soddisfatto di uno spettacolo. Di solito, rifletto ossessivamente su come ogni piccola cosa possa essere migliorata. È difficile viverla così, ma ho standard elevati e un impegno costante, e questo è ciò che mi fa andare avanti in parte.

Schawbel: Qual è il processo per uscire con un nuovo numero e come si decide quali si continueranno ad usare?

Copperfield: con la mia squadra facciamo brainstorning costantemente. Sono sempre alla ricerca di nuovo materiale. Guardo un film e penso: “Wow, ho amato quella parte, mi ha ispirato qualcosa di nuovo. E se fosse….? “Ci sono molti temi classici nella magia. Apparizioni, sparizioni, levitazioni, attraversamento di oggetti solidi, ecc, mi piace prendere quei temi e vedere fin dove posso spingermi in modo da ottenere cose che nessuno ha mai ottenuto prima. Non prendo mai un no come risposta. Anni fa, quando ho deciso di fare sparire la Statua dellaLibertà, ho avuto un sacco di gente che ha storto gli occhi. Dopo che l’ho eseguito di fronte a un pubblico dal vivo, il dubbio svanì, proprio come la statua. Quando dico al mio pubblico di “vivere l’impossibile,” Non sto scherzando.

 

Schawbel: Oltre ad essere un mago, sei anche un uomo d’affari di grande successo. Possiedi isole e persino un museo. Come si fa ad essere un artista e un uomo d’affari?

 

Copperfield: Necessità. Non ho mai voluto essere un uomo d’affari. È successo. Bisogna essere presenti anche sull’aspetto commerciale delle cose. Non sono un uomo con tanti hobby. Non gioco a golf, a tennis, non scio. Il mio lavoro è il mio divertimento, nonostante lo stress, le isole, il museo, e sviluppare queste attività mi rende orgoglioso e mi porta un sacco di gioia.

Schawbel: Quali sono i tuoi primi tre consigli per fare carriera?

Copperfield:

1. Passione. Innamorarsi di qualcosa e poi lavorarci su come fosse tutto quello che hai. La passione vi terrà su quando il gioco si fa duro.

2. Preparazione. Imparare tutto il possibile dai tuoi sogni, dagli errori, dai potenziali svantaggi, la storia, ecc poi lavorare duramente in modo da essere completamente preparato. C’è un vecchio detto che vorrei parafrasare: “La volontà di essere grande è molto più comune della volontà di far ciò che serve per essere grande.” Improvvisazione e spontaneità sono cruciali ma devono provenire da una base di grande preparazione.

3. Persistenza. Abituarsi al fatto che non vi è alcuna alternativa al duro lavoro. Il vecchio detto è vero: “Più duramente si lavora, più fortunati si tende ad essere”. Così come “Dio è con coloro che perseverano.” Imparate dalle battute d’arresto,  usatele per migliorare. E caricate le vostre paure. Andatele in contro. Utilizzate la paura come energia.
Per l’intervista originale in lingua inglese leggi qui.
Mi scuso in anticipo per la mia traduzione dall’inglese, probabilmente non perfetta.

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