David Frederick Vingfield Verner
Vissuto in piena Golden Age nel panorama magico leggendario d’oltreoceano di Kellar e Thurston, più giovane ma contemporaneo di Heller e Houdini, David Frederick Vingfield Verner fu una vera e propria icona della magia. Dai Vernon, questo fu il nome con cui passò alla storia, nacque nel 1894 a Ottawa, Canada e imparò il suo primo gioco di prestigio dal padre, un mago dilettante, all’età di sette anni. Diverse biografie riportano il suo amore per lo storico libro “L’esperto al tavolo da gioco”, di S.W. Erdnase che conosceva perfettamente già in tenera età. Il giovane David studiò ingegneria nel suo paese natale, ma abbandonò ventenne il Canada per trasferirsi a New York da cui iniziò un viaggio attraverso gli Stati Uniti per incontrare e conoscere ogni esperto di sleight of hand e acquisirne i segreti. Dai Vernon visse la decadenza dei grandi illusionisti da palcoscenico a cui era abituato nella primissima gioventù, tuttavia fu l’inizio di un periodo importante per la magia nota come Close up. Negli anni trenta David si guadagnava da vivere lavorando come prestigiatore nei ristoranti e ritagliando silhouette nel luna park di Coney Island, luogo in cui si esibiva Al Flosso, titolare di un negozio di articoli magici. Il retro di quel negozio ospitava spesso una ristretta cricca di prestigiatori tra cui T. Nelson Down, Nate Leipzig, Horace Goldin, Al Becker, Leo S. Horowits, e Eddie McLaughlin.
Dai Vernon ebbe il merito di ricreare e sviluppare la cartomagia con tecniche all’avanguardia, oggi ancora attuali. Non solo, “the Professor”, soprannome con cui passò alla storia per il suo ingegno nelle arti magiche, fu creatore di splendide routine con oggetti ed attrezzi diversi tutt’oggi oggetto di studio, tra cui monete, bussolotti e anelli cinesi.
Iniziò a farsi chiamare Dai quando un quotidiano pubblicò un articolo con questo nome, utilizzando il soprannome gallese per “David”. Ed anche il suo cognome era destinato a cambiare, infatti quando Verner si trasferì negli Usa, la gente scambiava spesso il suo cognome con Vernon, poiché in voga grazie ad un celebre pattinatore di quei tempi. Si dice che stanco di correggere la gente, pensò di cambiare Verner in Vernon.
Molti sono gli aneddoti meritevoli di citazione, tra cui la vicenda con la quale Vernon vantò a lungo di essere stato l’uomo che riuscì ad ingannare Houdini con la routine della carta ambiziosa, ripetuto ben sette volte fino a che il più anziano Harry dovette arrendersi. Si dice che da ragazzo incontrò Cliff Green, un giovane mago anch’esso canadese che gli chiese quale fosse il suo genere di magia. Il giovane David gli rispose facendogli nominare una carta, dopodiché estrasse un mazzo dalla tasca la cui prima carta corrispondeva alla scelta di Green. La risposta fu in seguito: “that’s the kind of magic I do, and you? What kind of magic do you do?”. In un’intervista disse di aver iniziato a studiare magia a sette anni, col rammarico di aver buttato I primi sei anni della sua vita.
Dai Vernon fu certamente uno dei prestigiatori più competenti mai vissuti, e insieme a Ed Marlo probabilmente il più grande cardician mai esistito. Fu maestro di numerosi prestigiatori stelle del panorama mondiale, tra cui Michael Ammar, Larry Gennings, John Carney, Ricky Jay, Dough Henning e Persi Diacons. Dagli anni sessanta fino alla sua morte trascorse il suo tempo al Magic Castel di Los Angeles, California, dove morì nel 1992 a Ramona, contea di San Diego. Le sue ceneri furono sepolte al Magic Castel, tempio indiscusso della magia e dell’illusionismo mondiale.
Il professore ci lascia in eredità certamente mezzo secolo di magia della più alta scuola mai esistita, e testi importanti quali: Dai Vernon’s Book of Magic, Inner Secrets of Card Magic, More Inner Secrets of Card Magic, Further Inner, Secrets of Card Magic, Ultimate Secrets of Card Magic, Dai Vernon’s Tribute to Nate Leipzig, Malini & His Magic, The Dai Vernon Essential (Collected Work), The Symphony of the Rings, Early Vernon. La didattica magica del novecento inoltre è ricca di autori che si sono inspirati al Professore, da citare la prima edizione del noto Expert Card Tecnique, libro scritto da Hugard e Braue che non riporta crediti a Dai vernon, ma che cita molte delle sue Tecniche.