La giornata mondiale del fallimento per Andrea Baioni
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Felice di ospitare nel mio blog un personaggio noto a tutto il mondo Magico italiano, Andrea Baioni, che delizia i lettori con un bellissimo speech dedicato alla giornata mondiale del fallimento, riportando alla memoria dei maghi, ma non solo, una stella del firmamento magico internazionale, personaggio storico con un destino beffardo, l’illusionista Chung Ling Soo. Vi lascio quindi alle parola di Andrea, certo che apprezzerete questo suo bellissimo articolo. Buona lettura.
Failure Day
Se non fosse che, per ragioni professionali, io abbia imparato che c’è una festività per qualsiasi cosa (utile saperlo quando devi scrivere piani editoriali di web marketing per aziende di ogni genere e tipo!), scoprire che il 13 ottobre, oltre ad essere il compleanno del mio papà, è anche la “giornata mondiale del fallimento”, di certo avrebbe suscitato stupore se non perplessità.
Ma siccome ero pronto a festeggiare il Caps Lock day (il 22 ottobre è il giorno in cui è concesso scrivere sui social e nelle mail TUTTO in maiuscolo senza essere tacciati di maleducazione) non mi ha sorpreso la richiesta di Gianni Loria di fare uno speech per il Failure Day al fine di contribuire alle attività del centro civico che ospita la sede della delegazione Emilia-Romagna del Club Magico Italiano.
Compagno in questa avventura l’amico Napoleone Canè (nome perfetto per far attivare sinapsi con le parole “Waterloo” e “fallimento”!) che ha scritto il canovaccio sul quale ho redatto l’intervento per il quarto workshop della giornata dedicata agli “effetti benefici dell’errore”.
Avendo avuto l’opportunità di parlare di “errore” e “fallimento” anche in altre occasioni, ed avendone esplorato le declinazioni nella cultura anglosassone che, a differenza della cultura latina, vede nel fallimento un passaggio necessario per il raggiungimento di un obiettivo (famosa la frase di Benjamin Franklin “Non ho mancato la prova. Ho appena trovato 100 modi per farla sbagliata”), ho cercato di portare all’estremo la riflessione sul fallimento con una intervista immaginaria a Chung Ling Soo.
Di seguito il testo dello speech che, nella versione live, è stato arricchito con alcune dimostrazioni di giochi che non riporto per ragioni di brevità.
Oltre a un doveroso ringraziamento a Napoleone Canè (che ha anche interpretato il ruolo di Chung Ling Soo) e a Francesco Brogno per l’assistenza tecnica, un ringraziamento particolare va a Leo Carrassi (illusionista e storico della magia – www.leonardocarrassi.com) dal cui blog è stata liberamente tratta l’introduzione a questa intervista immaginaria.
“Se mi sbaglio son perduto… o no…”
Intervista immaginaria a Chung Ling Soo
Il 23 marzo 1918, all’apice della popolarità, Chung Ling Soo si esibisce al Wood Green Empire Theatre di Londra con il suo straordinario e applauditissimo spettacolo. Giunti quasi al termine dello show si prepara per il momento più atteso: il suo celebre numero della “pallottola fermata coi denti”.
Con un inglese stentato e uno strano accento mandarino, il prestigiatore racconta come durante la guerra cinese egli riuscì a sfuggire ai banditi grazie alle sue doti; con l’intento di rievocare quell’episodio, invita sul palco 2 soldati che esaminano due fucili ad avancarica e relative pallottole. Il controllo, come di consueto, non rivela alcunché e così gli esaminatori procedono a caricare i fucili con polvere da sparo, innestatore, pallottole e spolette.
Due assistenti di scena, vestiti da guerrieri cinesi, imbracciano i fucili mentre una avvenente partner consegna all’illusionista un vassoio di ceramica che Chung Ling soo pone davanti a sé come uno scudo; pochi secondi di concentrazione e suspense ai quali seguono un cenno all’assistente di scena che amplifica il segnale ai due cecchini che premono il grilletto.
Il mago cinese, dalla segreta identità americana, si accascia per terra e l’applauso scrosciante degli spettatori, innescato dai due colpi d’arma, si smorza pochi istanti dopo, trasformandosi in silenzio e grida quando Chung Ling Soo non si rialza, come aveva fatto in decine di altre occasioni, per il giusto tripudio.
Il sipario viene chiuso e calato uno schermo con video proiezione. Si comprende subito che una pallottola ha perforato un polmone ad uno degli illusionisti più celebri della storia e mentre arrivano i soccorsi che lo porteranno all’ospedale, la moglie Suee Seen rimane inginocchiata al fianco dell’uomo che sta lottando tra la vita e la morte.
Esanime ed esausto Chung Ling Soo si spegne per sempre la mattina del 24 marzo 1918, ponendo fine a quarant’anni di una carriera piena di successi.
Alcuni giorni dopo la commissione di indagine di Scotland Yard giungerà alla non scontata conclusione che la morte dell’illusionista fu causata solo da un tragico errore.
Naturalmente avremmo potuto raccontare la storia di molti altri prestigiatori che hanno fallito e, come Chung Ling Soo, hanno rischiato la loro vita nell’esecuzione di un gioco di prestigio (come ad esempio Harry Houdini), ma la storia di Mr William Ellworth Robinson (questo il nome vero del nostro protagonista) è emblematica di un fallimento senza ritorno.
Per queste ragioni abbiamo creduto che il miglior ospite per una intervista in questa giornata potesse essere proprio l’illusionista americano/cinese; non potendo richiamarlo dall’aldilà, abbiamo realizzato una intervista immaginaria, impossibile…
Andrea Baioni: Benvenuto Mr Soo… Avrei alcune domande da porle sul suo famoso numero della “pallottola fermata coi denti”.. ma prima di tutto cosa l’ha spinta a diventare un Illusionista?
Chung Ling Soo: Credo che sia stata la stessa ragione che ha spinto molti dei miei predecessori e spingerà molti appassionati del futuro: la curiosità di conoscere il trucco, il segreto.
AB: Per lei conoscere il trucco è sufficiente per praticare l’arte della Magia?
CLS: Assolutamente No
L’Illusionismo è l’unica arte in cui l’abilità dell’esecutore non può e non deve essere mostrata. Il trucco (e l’abilità per eseguirlo) è ciò che il pubblico non deve vedere.
Le componenti che determinano il successo di una esibizione magica e quindi l’intensità dell’applauso sono e devono essere lontane dal trucco:
EMOZIONE
SENTIMENTO
COINVOLGIMENTO
Lo spettatore deve dimenticare che il prestigiatore stia usando un trucco e deve essere trasportato emotivamente “DENTRO“ l’atto magico
AB: Quindi l’illusionista NON può commettere errori perché farebbe capire agli spettatori di non essere stato trasportato in un reale mondo fantastico, ma spettatori di una finzione scenica?
CLS: Questo è vero solo in parte. La premessa per la classificazione di una “azione” come “fallimento” è che chi osserva conosca a priori (o comprenda in itinere) quale vorrà o dovrà essere il risultato atteso
AB: Come ad esempio quando un giocoliere prende 3 palline in mano…
CLS: Esatto! Quando il pubblico vede un giocoliere prendere 3 palline in mano immagina e si aspetta che egli riuscirà a tenerle in aria contemporaneamente grazie alla sua abilità. Se una pallina cade, tutti comprenderanno che ha commesso un errore, ha fallito; ma se chi osserva non sa quale sia l’obiettivo finale allora nulla sarà a priori un fallimento, ma piuttosto una scoperta.
AB: Quindi intende dire che il Mago può sbagliare senza che il pubblico lo sappia…
CLS: Non sempre è vero…ci sono diversi tipi di errori che un illusionista può commettere e che hanno un impatto diverso sulla sua performance…
Se volessimo classificarli cercando una categorizzazione generica potremmo identificare 2 principali categorie di errori (anche se si potrebbero elencarne altri, come ad esempio l’errore creativo). In particolare io ritengo che si possano individuare:
1. Il falso errore: serve a rafforzare il risultato finale ed è studiato e voluto dal prestigiatore diventando parte integrante dell’atto scenico; sovverte la percezione dello spettatore, cambia il punto di vista a proprio vantaggio in una sorta di Aprosdoketon magico.
2. Il vero errore che avviene nella fase del PRESTIGIO (quella fase segreta e sconosciuta al pubblico in cui gli spettatori non sanno dov’è il mago vuole andare a parare). In questo caso possiamo identificare 2 situazioni distinte
a. Se l’errore compromette il trucco esponendolo al pubblico, il mago non ha la possibilità di recuperare e ne viene compromessa anche la sua credibilità (e in alcuni casi la vita… come è successo a me…). Diverso è per un giocoliere a cui cadesse una pallina: la può raccogliere e ritentare il suo numero, conferendo maggiore enfasi alla sua abilità.
b. Se l’errore non espone il trucco ma è dipeso da uno spettatore ostile o indolente, dal malfunzionamento di un attrezzo o da una propria distrazione, invisibile al pubblico, questo può non essere una criticità (e ancor peggio un fallimento) se e solo se il mago ha preventivamente preparato un OUT.
AB: Può spiegare cosa significa per lei preparare un OUT
CLS: Sostanzialmente significa avere un piano B (suggerisco di averne uno C e poi anche D…)
E’ necessario valutare i punti critici del proprio effetto per identificare “a priori” soluzioni alternative per uscire dall’impasse…
AB: Tornando alla sua premessa… una azione viene definita un fallimento da chi osserva solo se sa a priori quale sia il risultato che si vuole ottenere
CLS: Esattamente! in sostanza il prestigiatore deve essere pronto ad eseguire una serie di varianti della sua routine confidando di non doverle esegue mai…
AB: Da tempo volevo rivolgerle questa domanda Mr. SOO: Lei quale errore ha commesso nella sua esibizione del 23 marzo 1918? Perché a fallito? Ma soprattutto perché non ha messo in pratica un OUT?
CLS: Io sono diventato un mago per conoscere i segreti… ma non per rivelarli Nonostante dopo di me mi sia stato detto che almeno altri 11 illusionisti siano morti eseguendo “la pallottola fermata coi denti”, ancora oggi questo effetto è parte del repertorio di grandi prestigiatori del XXI secolo (ndr. David Blaine) e la deontologia professionale mi impedisce di tradirne il segreto.
Il mio errore? Un errore vero, ma che almeno non ha compromesso il segreto … [CHUNG LIN SOO scompare]
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