Tra l’Africa e le Americhe, I Chao Leh nell’azzurro dell’Oceano Indiano

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Autore: Leonardo Carrassi *

L’impossibile apre un varco tra realtà e sogno, nella dimensione in cui l’emozione non chiede spiegazioni. Questa è magia.
Mi innamorai dell’Africa anni or sono, e successivamente di tutti bambini che abitano terre dimenticate tra l’Asia e le Americhe, luoghi dove poco ci si aspetta dalla vita. I nostri pargoli sono anticipati dall’inquietudine, spesso cresciuti per tagliare traguardi. La vita passa loro davanti così in fretta che vedono il mondo con la coda dell’occhio. Non tanto lontano invece esistono luoghi dove la vita cammina a rilento e le ambizioni hanno minor peso. In quei luoghi la mattina si sorride al sole, e i bambini rimangono bambini a lungo, pur essendo svezzati in fretta.
Viaggiando per lavoro o per diletto con lo zaino in spalla ho trovato ovunque un ricordo da conservare coi bimbi del luogo. Sará che la magia è una specie di calamita per chi è alto poco piú di un metro. Ma questa non è una novitá. Tra decine di momenti emozionanti ne ricordo uno con estremo piacere, forse perchè come spesso accade nei miei viaggi non fu un’avventura programmata. Nel 2011 mi trovavo nel sud est asiatico, precisamente a ridosso di una comunità indigena a largo della Thailandia. Viaggiavo solo, con pochi vestiti e qualche attrezzo magico. Come da rituale decisi di esibirmi gratuitamente in una scuola (questo è ciò che tento di fare in ogni paese in cui metto piede per la prima volta, e quell’anno avrei fatto lo stesso nell’ospedale di Emergency in Cambogia, e in un istituto dell’infanzia in Vietnam). Tuttavia la gente del posto mi convinse ad abbandonare l’idea della scuola parlandomi dei Chao Leh, letteralmente zingari di mare, un popolo di gente pacifica che vive di pesca, tanto fuori dal mondo che qualcuno di loro non sa neanche la propria età. Ma in alcuni paesi non è sempre facile presentarsi come prestigiatori, tanto che nei luoghi e nei modi sbagliati ci si prende in fretta l’appellativo di stregone, e si finisce per spiegare alla gente che non si ha il potere di guarire nessuno. Un ragazzo occidentale che viveva là da anni si offerse quindi di farmi da intermediario e l’idea di uno spettacolo suscitò subito interesse tra i Chao Leh. L’organizzazione semplice e spartana prevedeva però un rituale, avrei dovuto esibirmi in segno di ringraziamento, davanti ad un enorme albero, il rifugio di ogni antenato Chao Leh. L’idea mi riempí di un senso mistico enorme, omaggiato dalla possibilità di presentare un piccolo show senza pretese in un piccolo tratto di foresta, probabilmente nel luogo culturalmente più sentito dell’isola. La pianta era mastodontica e prima di cominciare a sistemare le mie poche cose, il villaggio cominciò a radunarvisi intorno. Una donna mi indicò il punto in cui avrei dovuto esibirmi e si congedò con un sorriso. Rimasi sorpreso dall’educazione della gente. Gli adulti trovarono quasi tutti qualcosa su cui sedersi, mentre i bambini presero posto per terra davanti a me, senza che nessuno desse loro alcuna istruzione. Il silenzio durante l’allestimento del teatrino mi imbarazzó. Qualche bimbo tra i più piccoli si nascondeva dietro grosse gambe materne studiandomi con attenzione. Feci le cose con calma per rimandare al più tardi l’esordio e pensare al modo migliore di presentarmi. Pronto per cominciare guardai il pubblico con gli occhi sbarrati per qualche secondo, fermo e immobile. Esordii con una smorfia che lasció tutti sorpresi, cercai quell’istante in cui un’espressione inaspettata crea nel silenzio un momento comico, trovando nelle risate un sospiro di sollievo. Non dovetti far molto per colpire. E’ inutile dire quanto quella gente fosse piacevolmente intrattenuta, ma ciò che in realtà mi spinge a raccontare quest’esperienza fu il contatto e l’affetto che trovai successivamente. Nei giorni a seguire sentii parlare di pirati e mostri marini, nell’orgoglio del loro mare, delle loro foreste, e di tutte le storie fantastiche che probabilmente si raccontano da generazioni, nel meraviglioso contesto di un luogo ancora straordinariamente magico.
In quell’occasione ebbi in cambio ben piú di quanto diedi.

La vera magia l’ho sempre trovata sotto le stelle di luoghi come questo, paradisi sconosciuti dove scambiare due chiacchiere con persone semplici e speciali, luoghi in cui collezionare emozioni da raccontare.

Guarda tutte le foto del Mago Leo coi bimbi del mondo su questo linkhttps://www.magoleo.com/foto-bambini/#prettyPhoto

Mago-Leo-con-i-Chao-Le-zingari-di-mare-Kho-Lipe-Thl Il-mago-leo-con-tutti-i-bambini-di-Chachauate

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