I maghi della truffa

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Mi permetto questo volo pindarico esulando un po’ dalla storia magica, argomento che tratto maggiormente nel blog. Un illusionista illuminato capirá il motivo di tale variazione sul tema, e in senso lato le figure che vi presenteró hanno a che fare con la manipolazione mentale, il trasformismo e l’escapologia.

Mi appassionai ai maghi della truffa qualche anno fa durante serate ricche di chiacchiere e grappa con l’amico Alberto Fezzi che qualche mese dopo avrebbe deciso di portare parte dell’argomento come tesi di Laurea. Tra i truffatori e i galeotti che hanno segnato la storia degli ultimi due secoli, il fascino di alcuni personaggi mi ha letteralmente rapito. Dedicare un piccolo articolo a truffe e truffatori è sicuramente riduttivo, personalmente ho diversi libri che trattano l’argomento e quella dozzina di volumi che abitano la mia biblioteca non rappresentano che una piccolissima porzione di quanto sia mai stato scritto. Non sembra, ma l’argomento è davvero molto ampio e ricco di protagonisti.
Inizierei quindi questo piccolo fuori programma con uno dei truffatori più famosi, portati alla celebrità dalla pellicola cinematografica “prova a prendermi”, con Leonardo di Caprio e Tom Hanks. Forse non sapevate che il film è tratto dalla storia vera di Frank Abagnale, un genio della manipolazione nato nel 1948 a New Rochelle (New York). Frank fu un vero e proprio “trasformista”, (passatemi il termine magico), ma come anticipato questa volta la magia non centra. Frank riuscì a ricoprire ben 8 identità in ventisei paesi, guadagnando due milioni e mezzo di dollari (negli anni 70!). Inizió a pagare con assegni scoperti e truffare le banche riscuotendo denaro con assegni falsi. Compilando moduli prestampati per i versamenti col suo numero di conto, e aggiungendoli ai moduli originali induceva ignari clienti a versare i loro soldi sul suo conto. Per due anni viaggió per il mondo gratuitamente e completamente spesato, travestendosi da Pilota della compagnia Pan Am. Spacciandosi avvocato, professore di sociologia, e pediatra fino a ricoprire i ruoli più assurdi, venne processato e catturato  in Francia, in Svezia e di nuovo catturato in Canada. Condannato negli stati uniti a 12 anni riuscí con astuzia a evadere piú volte. Dopo aver scontato cinque anni il governo lo liberó in cambio della sua consulenza su tutte le frodi conosciute. Diventò successivamente un consulente finanziario specializzandosi nelle indagini e nel contrasto delle truffe. Oggi Frank Abagnale è multimilionario.


Uno dei miei preferiti fu invece Victor Lustig (1890-1947) che si inventò una serie di truffe davvero audaci. Fu celebre perchè riuscì a vendere persino la Tour Eiffel! Era il 1925 e Victor lesse sui giornali quanto per la Francia fosse dispendiosa la manutenzione della famosa torre. Si finse quindi ufficiale governativo e chiamò sei commercianti di metallo per la vendita dell’intera struttura. Il compratore, una volta resosi conto di essere stato raggirato, decise di non denunciare il fatto per paura di mettersi in ridicolo davanti al mondo. Lustig fu un vero genio, pieno di inventiva, sfacciato ma soprattutto coraggioso. Truffò persino Al Capone con un semplice ma geniale raggiro psicologico degno dei piú grandi manipolatori. La vicenda è riportata anche nel libro “Non puoi mentirmi” di Thorsten Havener, il famoso mentalista tedesco autore di diversi saggi sulla manipolazione mentale. Lustig propose al famoso gangster di raddoppiare cinquemila dollari in due mesi grazie ad una grande idea. Capone acconsentí e gli affidó il contante. Lustig non fece altro che lasciare il denaro in una cassetta di sicurezza e tornare dal boss dopo due mesi coi cinquemila dollari. Si scusó affermando che purtroppo aveva fallito e quando Capone meno se l’aspettó (sicuramente giá pensava al modo di fargliela pagare) Lustig tiró fuori il denaro per renderglielo. Nel farlo gli disse di essere molto dispiaciuto e affranto, visto che l’affare avrebbe potuto risolvere i suoi problemi personali. Capone meravigliato da tanta onestá e commosso dall’onore dell’uomo gli regaló il denaro. Lustig che mirava fin dall’inizio a farsi regalare i cinquemila dollari, aveva centrato l’obiettivo.


Wilhelm Voigt (1849-1922) invece si finse un ufficiale militare prussiano, passando alla storia come il “capitano di Köpenick”. Nel 1906 si procurò una divisa e, una volta arrivato a Köpenick, andò in caserma e ordinò ad un sergente e quattro granatieri seguirlo. Abituati a eseguire semplicemente degli ordini, i cinque non ebbero nessun dubbio. Si recarono quindi in municipio dove arrestarono il sindaco e il tesoriere e confiscarono quattromila marchi. Col bottino raggiunse la stazione dove tornò a vestire i suoi indumenti. Quando scoprirono l’inganno, Wilhelm fu condannato a 4 anni di reclusione, tuttavia ebbe la fortuna di essere graziato dal Kaiser, divertitosi per la truffa insolita ed audace. In Germania Voigt non viene normalmente ricordato come un malavitoso, ma come un eroe popolare che si oppose alle ingiustizie. Famoso fu il paradosso che accompagnó la sua vita: non poteva trovare un impiego perché senza passaporto, ma non poteva ottenere il passaporto poiché disoccupato. La sue vicende sono studiate oggi nelle scuole tedesche come esempio di resistenza alle regole ingiuste di un governo.

Jefferson Randolph Smith II, conosciuto come il Soapy (saponetta) il re dei truffatori di frontiera, nacque a Coweta County il 2 novembre 1860. A capo della sua “Soap Gang” composta da famosi truffatori come Texas Jack Vermillion e Ed Big Ed, si spostava tra le cittá del Colorado praticando truffe rapide e ben coordinate, spesso con doti da prestigiatore. I suoi imbrogli preferiti erano il gioco delle tre carte (o la variante che vedeva tre  bussolotti), e diversi giochi d’azzardo truccati. Smith inoltre inventó un sistema per truffare grandi folle, chiamato dai quotidiani dell’epoca “The prize soap racket”, la truffa della saponetta in premio. Il raggiro era davvero curioso e consisteva nell’avvolgere alcune saponette con banconote di grosso taglio e incartarle di seguito con normale carta davanti agli occhi di tutti. Le saponette col denaro venivano poi mescolate con saponette incartate senza il denaro. La vendita delle saponette cominciava e un complice vinceva il denaro arrotolato al sapone acquistato. Le saponette, vendute a un dollaro al pezzo andavano a ruba (forti anche delle loro presunte doti benefiche), ma nessun acquirente ovviamente, trovava denaro all’interno dei pacchetti acquistati. Smith organizzava inoltre truffe con la lotteria, scambi di azioni false, vendita di orologi e diamanti fasulli. Fu ucciso in una sparatoria a Juneau Wharf l’8 luglio 1898 entrando nella storia del far west.

Qualcuno invece avrà sentito parlare della storia di Mary Baker, la principessa Caraboo dell’isola di Javasu. Nel 1817 un inglese incontrò una donna che vestiva abiti molto particolari, che parlava una lingua strana e che pregava un dio chiamato Alla Talla. Un marinaio portoghese “tradusse” la sua toccante vicenda: secondo tale ricostruzione, la principessa Caraboo proveniente da Javasu, un isola nel mezzo dell’oceano Indiano, fu sequestrata dai pirati e arrivò incredibilmente in Inghilterra attraversando a nuoto il canale della manica. L’autenticità della storia della principessa fu garantita dal professor Wilkinson che identificó il suo linguaggio e diversi segni cicatrizzati sulla sua testa, tatuaggi rituali di chirurghi orientali. Nel frattempo diversi nobili le offrirono accoglienza e scaturí l’interesse di molti dignitari locali, conducendo quindi una vita molto agiats. Mary Baker fu scoperta casualmente da una dama, allora cliente del vecchio calzolaio, e dopo lo scandalo fu deportata dalla città. La fantomatica principessa cercò di ricreare l’inganno in Francia e negli stati uniti, ma non ebbe la stessa fortuna.

Cassie Chadwick (1857-1907) in realtá Elizabeth Bigley, è lo pseudonimo con cui questa canadese passó alla storia come una delle donne piú scaltre e truffaldine mai esistite. Nel 1897 iniziò a spacciarsi per la figlia del ricchissimo scozzese Andrew Carnegie, imprenditore naturalizzato americano. Ebbe la geniale idea di falsificare la sua firma creando una cambiale di 2 milioni di dollari. Nel giro di poco tempo riscosse l’interesse di molte banche che offrirono i loro servizi a Cassie, facendole guadagnare in otto anni tra i 10 e i 20 milioni di dollari. Quando Andrew Carnegie fu interrogato sulla sua presunta figlia, cadde dalle nuvole e ovviamente negó di esserne il padre. Cassie fu dunque arrestata e purtroppo morì in galera.

David Hampton nato a Buffalo (New York) il 28 aprile 1964, fu uno dei più celebri “artisti della truffa”. Tutto iniziò quando un giorno, non riuscendo a entrare nella famosa discoteca Studio 54, finse di essere il figlio di Sidney Poitier. Le porte gli si spalancarono davanti ottenendo un trattamento molto particolare ed esclusivo. Da quel momento si autoinvestí del nome di David Poitier. Ebbe così libertà di entrare ovunque tra ristoranti e locali prestigiosi ottenendo con l’inganno ospitalità e soldi da varie celebrità, tra le quali Kalvin Klein, Melanie Griffith, Gary Sinise e John Jay Iselin. Quando nel 1983 si scoperse la sua vera identità fu arrestato per truffa e dovette risarcire migliaia di dollari. Uscito di galera riprese a rivestire diverse identitá e fu reimprigionato piú volte in diversi stati. Continuó a viaggiare in cerca di vittime fino al 1996. David Hampton morì il 18 luglio 2003 per Aids.

Ferdinand Waldo Demara (1921-1982), passò alla storia come “il grande impostore”. Un vero uomo dai mille volti che impersonava infinite identità che faceva morire all’occorrenza con suicidi fittizi. Neanche Frank Abagnale creó tanti personaggi e la sua storia, forse meno famosa, rappresenta una delle piú incredibili nell’ambito della truffa. Fu medico di bordo, ingegnere civile, assistente di uno sceriffo, dottore di psicologia applicata, esperto di puericultura, ingegnere, monaco trappista, monaco benedettino, avvocato, laureato in zoologia, maestro di scuola, vicedirettore di una prigione in Texas, studente in legge, professore di scuola, preside di una facoltá di filosofia, studente in legge, oncologo, dottore, aiuto chirurgo e militante dell’esercito. Ció che piú ci stupisce in realtá fu che Demara non si prefiggeva nessun obiettivo economico ma pare che assumesse decine di identitá per puro spirito di sfida. Demara possedeva inoltre un quoziente intellettivo molto superiore alla media, che gli dava opportunitá di apprendere velocemente le basi di infinite professioni. Si pensi che durante la Guerra di Korea, assunta l’identità del chirurgo Joseph C. Cyr, dovette operare sedici gravi feriti. Consultando semplicemente alcuni testi specialistici garantí la vita a tutti i suoi pazienti senza perderne alcuno.  La vicenda venne pubblicata da molti giornali, uno dei quali finí nelle mani della madre del vero dottor Cyr. La denuncia della donna diede inizio alla fama di Demara. Numerose personalitá tra cui molti psicologi si interessarono alla sua incredibile storia e mai Demara ebbe esitazione a spiegare le motivazioni e i modi con cui impersonificava identitá diverse. Il grande impostore si ritirò a vita spirituale, offrendo aiuto ai pazienti dell’ospedale di Orange County, nello stato della California dove morì nel 1982 per un attacco di cuore. Fino a che il diabete non gli tolse tutte le forze si finse sacerdote battista e, nonostante molti pazienti conoscessero la sua vera identitá, nessuno rifiutò le sue cure. Nel 1960 la sua vita ispirò il film “Il grande impostore”.


Henri Louis Grin, classe 1847, si fece conoscere in tutto il mondo come l’esploratore Louis De Rougemont. Facchino per un’attrice, assistente di un banchiere svizzero, macellaio per il governatore dell’Australia Orientale, Grin, giunto a cinquant’anni, creó il personaggio dell’esploratore De Rougemont. Con quest’identità cominció a scrivere per il quotidiano inglese “World Wide Magazine” le sue avventure nel continente Australe raccontando di viaggi decennali attraverso popoli indigeni che lo avevano ospitato e adorato come un dio, incontri con celebri avventurieri e cavalcate di tartarughe giganti. Tuttavia dopo mesi di fandonie la Royal Geographical Society cominció a indagare e, invitó De Rougemont a localizzare geograficamente le sue spedizioni, e a fornire spiegazioni piú esaustive. Ma Grin, seppur in modo grossolano riuscí a cavarsela. Tuttavia nel 1898, un certo F. W. Salomon lo riconobbe come “imprenditore”, titolo con cui si era presentato utilizzando il suo vero nome. Smascherato cercó quindi di trarne il massimo vantaggio cominciando a proporsi con uno spettacolo intitolato “Il più grande bugiardo del mondo” in Australia e Sud Africa. In seguito, dopo il fallimento della rappresentazione volle dimostrare all’ippodromo di Londra di riuscire cavalcare una tartaruga gigante. L’epilogo della sua vita truffaldina lo vide come inventore di un surrogato della carne durante la prima guerra mondiale. Morì a Londra povero il 9 giugno del 1921.

Jérome Kerviel, trader della Société Générale avrebbe presumibilmente messo in atto la più grande truffa della storia sottraendo 5 miliardi di euro alla banca francese dal 2005 al 2008. All’epoca Jérome aveva solo 31 anni. Jérome divenne un’icona ed attualmente è protagonista di un fumetto che racconta le sue avventure, “Le Journal de Jérome Kerviel”.
La seguente vicenda invece non parla di truffa ma bensì di un’incredibile fuga da un carcere di massima sicurezza. Due temibili galeotti, il ventenne Jose Espinosa e il trentaduenne, Otis Blunt sparirono da una prigione del New Jersey utilizzando, per coprire le proprie tracce, dei poster di modelle in bikini e pupazzi costruiti con lenzuola. Dopo cena posizionarono due manichini ricavati con lenzuola sotto le coperte e percorsero un lungo tunnel scavato tra le mura della cella. Arrivati fuori si buttarono al di là del recinto di filo spinato alto otto metri, atterrando sulle rotaie della ferrovia. Per coprire i buchi  nella parete della cella appesero poster di donne seminude, proprio come nel film “Le ali della Libertà”. «Una fuga da manuale, in perfetto stile hollywoodiano», scrisse il New York Times parlando dell’incredibile evasione. Ma questo non è un film, bensì una storia vera. Espinosa, condannato a 17 anni per omicidio e Blunt, in attesa di processo per rapina a mano armata sparirono nel nulla. Il governatore del New Jersey aprì un’indagine per comprendere come i galeotti fossero riusciti a scappare da una delle prigioni di massima sicurezza dello stato.

Henri Charrière conosciuto come Papillon per una farfalla tatuata sulla spalla fu tra i galeotti più famosi della storia. Condannato nel 1931 ai lavori forzati per un omicidio di cui si disse sempre innocente, fu imprigionato in Guyana Francese, carcere da cui tentò moltissime fughe (la prima dopo appena sei settimane). In tredici anni Papillon provò ad evadere ben nove volte. L’ultima, quella vincente dall’isola del Diavolo, gli permise di raggiungere il Venezuela dove potè vivere da uomo liberò con la sua consorte. Apri un night club che purtroppo fu distrutto da un terremoto e quest’ultima vicenda lo spinse a scrivere la sua storia nel famoso romanzo “Papillon”. Il suo libro, un grande bestseller, parla anche degli abusi e delle ingiustizie che all’epoca i carcerati erano costretti a subire quotidianamente.
Un’altra evasione spettacolare fu la fuga con elicottero dal carcere di massima sicurezza di Pireo (Grecia) il 4 giugno 2006, escogitata da Vassilios Palaiokostas. Ebbene due detenuti scapparono con un elicottero atterrato durante la passeggiata pomeridiana nel cortile della prigione. Secondo quanto si dice l’evasione fu resa possibile grazie ad uno dei più temuti criminali greci, il fratello Nikos Palaiokostas. Nikos aveva prenotato l’elicottero per volare su Mikonos ma obbligò il pilota con pistola e bomba a mano dirottare e atterrare sul cortile del carcere. Atterraggio e decollo durarono pochi minuti e le guardie pensarono all’inizio che si trattasse di un elicottero della polizia. Oltre al fratello prese con sè  un assassino albanese. Nikos venne soprannominato ”il fantasma” poichè riuscì a scappare dal carcere nel 1990 ma non fu mai ricatturato. Tuttora i due fratelli e l’albanese sono latitanti.

Alcuni approfondimenti:

– Domenico Vecchioni, I signori della truffa, L’uomo che vendette la Tour Eiffel e altre incredibili storie di impostura Editoriale Olimpia, 2009

– Frank Abagnale, Prendimi… se puoi!, Piemme, 2004

– Henri Loui Grin, Le meravigliose avventure di Luigi de Rougemont  di Louis De Rougemont, Roma tipografia E. VOGHERA, fine 800

– G. Morelli, C. Schiavano, I maestri della truffa. Quando l’inganno è una questione di stile, White Star, 2016

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