Irving Bishop, il mentalista ucciso dalla sua propria autopsia

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Autore: Leonardo Carrassi*

“Nulla può essere più dannoso per la morale che la prevalenza della superstizione, e vi è un fenomeno in atto, che opera in gran parte alla promozione della superstizione, il presunto potere della chiaroveggenza”.

                          Washington Irving Bishop

Washington Irving Bishop, noto anche come Wellington, fu un eccentrico e controverso mentalista americano che operó durante la seconda metá del XIX secolo. Fu erede del celebre John Randall Brown, mentalista che rese popolare la lettura muscolare e diversi numeri con gli occhi bendati, tra cui la guida di una carrozza.
Nato nel 1855 da genitori molto devoti allo spiritismo, nei primi anni ’70 entró nel mondo dello spettacolo come manager della spiritista Anna Eva Fay, e nel 1876 riveló i trucchi della donna in un articolo del Daily Graphic accusando inoltre William Crookes di essere stato manipolato dalla medium. Quando Crooks difese la Fay pubblicamente, Bishop reagí portando in scena i numeri della spiritista, con relativa spiegazione dei trucchi. Probabilmente preso da troppo entusiasmo e dal desiderio di smascherare qualsiasi impostore, si fece prendere la mano rivelando anche il segreto del ‘Second Sight’* che Robert Heller, dichiarato illusionista, presentava orgogliosamente in quel periodo. Nel 1880 pubblicó quindi un volume dal titolo “Second Sight Explained”.

L’incontro con John Randall Brown e l’interesse per la lettura del pensiero avvenne in seguito. Brown lo assunse come assistente e Bishop cominció ad apprendere tutti i segreti del mestiere e i numeri che avrebbe presentato con successo durante gli ultimi anni della sua vita. Presto si accorse di aver sviluppato particolari capacitá nella lettura del pensiero, e in particolar modo nella lettura muscolare, il numero che lo portó al successo.

Durante i suoi spettacoli, molto simili a quelli del suo mentore, chiedeva ad un membro del pubblico di nascondere un oggetto in un luogo segreto. Prendeva poi la mano del volontario, gli chiedeva di pensare alla posizione nella quale l’aveva riposto e, in poco tempo accompagnava il soggetto sul luogo corretto per rivelarne la posizione. Presto cominció a sostenere di essere dotato di una sviluppatissima sensibilità muscolare, entrando per certi versi e nell’opinione di qualcuno, in contraddizione con quanti aveva sempre denunciato. Fu un periodo di grande popolaritá e scienziati tra cui William Benjamin Carpenter e George Romanes testarono le doti del mentalista confermandone ogni capacitá.

In Gran Bretagna, perse una causa intentata contro di lui da J. N. Maskelyne che contestó l’autenticitá dei suoi poteri psichici. Tali osservazioni provocarono una lite tra i due che sfoció in reciproche accuse diffamatorie.  Quando in tribunale Maskelyne ebbe la meglio, Bishop scappó dall’Inghilterra per sfuggire alla sentenza che lo condannava al pagamento di 10.000 £.

La sua morte rimane tutt’oggi un mistero nonchè un caso irrisolto e dai macabri risvolti. Il 12 maggio 1889, durante un suo spettacolo al Lambs’ Club di New York, perse i sensi e dopo essersi ripreso espresse la volontá di continuare lo show. Di lí a poco ebbe il secondo e ultimo attacco, dal quale purtroppo non si sveglió. Secondo i rapporti, l’autopsia ebbe luogo alle 3:45 del pomeriggio, solo poche ore dopo l’ultimo crollo. Aveva solo 33 anni.

Bishop soffriva di attacchi catalettici che potevano portare ad uno stato di morte apparente, tanto che aveva abitudine di portare un biglietto nel taschino che spiegava la sua patologia, e nel quale informava che in nessun caso avrebbe dovuto essere sottoposto ad autopsia.

Sua moglie e sua madre sostennero che non fosse morto, ma solamente in uno stato di trance, e che fosse stato ucciso dagli strumenti chirurgici durante l’autopsia. Quando la moglie arrivó nella camera ardente l’autopsia era stata eseguita, il cranio era stato inciso e il cervello rimosso e del biglietto del marito non vi era piú traccia.

Il caso fu aperto e il 28 maggio fu effettuata una seconda autopsia. Il cervello venne trovato cucito all’interno della cavitá toracica e dopo approfondite analisi parve tutto in buona salute. Si riporta tuttavia che mancavano porzioni del cervello e altri organi.

Il caso fu portato in tribunale ma la giuria non confermó alcuna accusa nei confronti dei medici, tuttavia rimasero molte domande e l’ipotesi di omicidio ci arriva ancora oggi come una probabile verità. Perchè l’autopsia fu eseguita con tanta fretta? Il biglietto fu trovato troppo tardi e fatto sparire? Qualcuno prese la palla al balzo per studiare il cervello del grande mentalista?

La madre Eleanor Fletcher Bishop scrisse un libro sulla vicenda e trascorse i successivi trent’anni raccontando la sua storia, girando in lungo e in largo per il paese.

Bishop fu sepolto nel Green-Wood Cemetery di Brooklyn. Eleanor fece incidere la scritta “Il martire” sulla lapide.

 


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