Le sfortune dell’illusionista Chevalier Gustav Agoston

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Autore: Leonardo Carrassi*

Chevalier Gustav Agoston, (Carl-August Boehm 1821-1896) figlio di un ricco proprietario terriero austro-ungarico, fu un illusionista con grande talento e con uno spiccato spirito creativo. Durante la sua carriera ebbe momenti di gloria che si alternarono a molte delusioni ed insuccessi, probabilmente dovuti alla sua grande immaginazione, che a volte purtroppo si rivelò fin troppo audace. Fu inventore di numeri magici tra cui la sua Flying Bird Cage, una lunga gabbia cilindrica che spariva dalle sue mani, e produttore di spettacoli inconsueti legati alla materializzazione di spettri, realizzata in modo molto convincente e in un’epoca in cui lo spiritismo e le attività medianiche richiamavano molto l’attenzione dei media e della gente.

Si dice che Agoston fu molto ricco, tanto da possedere diverse case, gioielli e numerosi servitori. Fu anche proprietario di un teatro magico itinerante, il Salon Agoston, nel quale si esibiva risquotendo grande successo di pubblico. La scena era riccamente decorata con tappeti e tende e lo spettacolo era accompagnato da un’orchestra di dodici musicisti.
Manifesti e pubblicità parlano di brillanti idee nel campo della fisica, fenomeni spiritici, scheletri, fate ed illusioni tipiche dell’epoca, tra cui il numero della sfinge, inventato da Thomas Tobin e reso celebre dal Colonnello Stodare, durante cui una testa appoggiata su un tavolo, chiaramente umana e reale, si muoveva e conversava col pubblico.
La sua più grande idea fu anche la sua rovina finanziaria. Nel 1872 Agoston, sua moglie Marie Dittmann e la sua troupe, viaggiarono per le città del fiume Reno, su un’imbarcazione trasformata in un teatro galleggiante, su cui la gente godeva di uno spettacolo di magia spettrale. Entusiasta e sempre molto creativo Agoston dotò la nave di scenografie stravaganti e cercò di rendere il tutto molto confortevole e lussuoso. Ma purtroppo, i profitti non furono mai sufficienti a recuperare l’investimento e questo portò l’attività al fallimento.
La coppia riprese in seguito a lavorare in Germania col mago Carl Baum, ma una volta ripresa dalla crisi finanziaria, il 10 agosto 1879, parte del teatro crollò durante lo spettacolo, ferendo sei persone. L’episodio costò loro moltissimo denaro di risarcimento, riportandoli nuovamente in piena crisi.
Girarono in seguito tra Francia e Italia, ma tornarono in Germania ancora più in rovina. Nel frattempo il loro spettacolo di magia e spettri, fu integrato dalla danza dei figli Willy e Albertina Bohem, nonchè da gare di lotta femminile. Purtroppo però i soldi non bastarono a pagare gli stipendi dei collaboratori e così, nel 1881, il teatro venne sequestrato.
Nel frattempo le loro performance iniziarono a mal competere con quelle dei giovani maghi con repertorio più fresco, e purtroppo dovettero accontentarsi di esibirsi in piccoli caffè, nonostante la forza e il carattere che Agoston mise in gioco fino alla fine.
La fine del mago, come del resto molti passaggi della vita lavorativa e di coppia, è un po’ ambigua. Un triste epilogo lo vede abbandonato dalla moglie e ritirarsi in un piccolo appartamento di Berlino, dove morì in povertà, di fame e solitudine.
Una versione forse più attendibile e meno infelice vede invece la famiglia spostarsi a Dresda, dove Agoston fu ricoverato due mesi fino a quando si riprese. Subito dopo si trasferirono a Berlino dove Gaston morì nell’ospedale Friedrichshain.
La data della morte potrebbe essere il 1896.
Sua moglie e suo figlio continuarono ad esibirsi, lei come personaggio maschile orientale e Willy come clown magico.
agoston-bild
Fonti*:
– H.J. Burlingame, Historia de las magia y de los magos, 1895
Abel Blanche Notes et souvenirs d’un Illusioniste “Magiciennes” 1937.
H. J. Burlingame History of Magic and Magicians. 1895
Sidney W. Clarke The Annals of Conjuring 1924-28
Max Dif Histoire et évolution technique de la prestidigitation, sorciers, magiciens, escamoteurs, physiciens, prestidigitateurs, Illusionnistes, manipulateurs Vol. 1 1974.
* le notizie sono spesso contradditorie per le date e per alcune vicende. Genii Magazine data la morte nel 1876. Non è l’unica ma sembra un errore che altre fonti si siano trascinate.
La mini bio più attendibile sul web, perchè pare più dettagliata a mio avviso, sembra quella di Gemanavarro.com. 

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