La Mano Grigia, una critica ponderata a Masters of Magic

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DAL CLUB MAGICO AL FEUDO, LA PIAGA DELLA MAGIA ITALIANA. 

 

Prima di cominciare vorrei aprire una parentesi importante e necessaria. È evidente che qualcosa non va, e come sempre francesi e americani ci danno lezione di spettacolo. Parliamoci chiaro, Masters of Magic ha i suoi sacrosanti meriti, tuttavia è figlio di una cultura magica fallita anni fa nei circoli e nelle associazioni, luoghi in cui si dovrebbe educare i giovani alla cultura prima che al gioco di prestigio. Di fatto invece in alcuni club, si curano i cavalli migliori da sfoggiare nei congressi, quei due o tre “cocchi di mamma” che tengono alto il nome del circolo e ne giustificano l’esistenza. E poi si batte cassa con la pesca al socio, con l’avidità e l’ingordigia di un cane davanti a un osso. Non importa se nel frattempo vige l’anarchia tra i giovani tesserati che nulla imparano se non i “giochi”, perchè il consiglio direttivo, letargico, saccente, e radical chic, nel frattempo se l’è raccontata in salotto e tanto basta.

I soci di molti club sono cani sciolti di un padrone incoscente, cresciuti con loro regole e loro abitudini. Questo in primo luogo spiega la strafottenza e il lassismo di molti prestigiatori di nuova generazione. Non mi aspetto quindi una visione critica del programma televisivo sul Fism nè da questi, nè dai loro padroni, la cui attività principale, dopo quelle già citate, è proprio quella di leccare il culo (eh scusate il francese) ai vassalli della magia italiana, auspicando di mantenere il fondo schiena al caldo e nel feudo.

Valvassori e valvassini hanno la loro fetta di potere all’interno dei consigli direttivi dei club, i meno furbi millantano una carriera magica stellare, poi sono ladri di galline presi a volte con la mano nella marmellata. Gli altri fanno relazioni pubbliche con la falsità di una banconota da sette euro, cercando di ottenere quanto possibile dai vertici, congresso per congresso. Tra questi c’è chi si accontenta di visibilità, chi striscia per due soldi, o chi insegue una carriera politica.

Chi ha pagato la quota associativa ha ingrassato e mantenuto questo meccanismo in cambio di conferenze e una fetta di panettone a Natale. Certo non tutti reclamano piú attenzioni e pari opportunità, e chi giustamente si lamenta viene allontanato.

 

 

MASTERS OF MAGIC, IL PROGRAMMA TELEVISIVO SUL CAMPIONATO DEL MONDO DI MAGIA

Torniamo invece a parlare dei vertici e del campionato del mondo in Tv. Ancora due puntate e terminerà il programma magico piú discusso di sempre. Non preoccupiamoci, gli italiani hanno memoria corta, e poi detto tra noi non è morto nessuno, abbiamo solo buttato via una grande, enorme occasione mediatica. Nessuno ci ha tolto la dignità o trombato la nonna. Non ancora almeno.

Il rammarico è non aver goduto di una regia egregia stile “Le plus Grand Cabaret du monde”, e di aver assistito ad una conduzione che ha sconfinato in una telecronaca alla Pizzul. È vero, i commenti hanno influito negativamente sull’atmosfera magica, hanno anticipato il climax dei numeri, e hanno palesato segreti propri dell’illusionismo. La regia televisiva ha dettato legge con la solita saccenza, e con quel paraocchi tecnico tipico dei soliti operatori ottusi. È vero, non è poco. Tuttavia siamo particolarmente sensibili e irrequieti. Liberarsi dal fardello di del mago di Striscia, oggi ancora sinonimo e parodia del prestigiatore, non è semplice, e a causa di fenomeni come questo abbiamo una ferita ancora aperta. Sulla magia è stata fatta troppa violenza e il trauma, anche auspicando un futuro piú florido, sarà difficile da curare.

Detto questo nessuno ci vieta di dire la nostra o immaginare il programma in modo diverso. Parafrasando Aldo Grasso nella sua critica su corriere.it, chi ha detto che sia necessario colmare una distanza tra il telespettatore e il numero? Riportando l’esempio de “Le Plus Grand Cabaret du Monde”, il conduttore parla dei numeri in compagnia di belle signorine che piacciono ai telespettatori, ma quando il quadro ha inizio… silenzio.

Domanda: era necessaria una conduzione fuori campo perchè con poca lungimiranza si dovuto adattare il campionato ad un programma tv? Mi puó star bene, ma i commenti devono esaltare la magia a suon di complimenti e onomatopee, nulla di piú.

Peccato anche per il ruolo di Raul Cremona, troppo marginale a mio avviso. Per il pubblico italiano avrebbe rappresentato un simpatico file rouge, anche da aggiungere in post produzione. Personalmente gli avrei assegnato la conduzione con Gerry Scotti. E se non fosse che Gerry era lí per fare Audience, la sua presenza non l’avrei proprio contemplata.

IL MARCHIO

Palese è la volontá di far crescere il marchio Masters of Magic, di ottenere visibilitá e sempre piú credito, alimentando un tesoruccio da rivendere con un certo prestigio e con garanzia di qualitá negli eventi. L’indotto di un programma di tale portata non è da sottovalutare, e Mom come tutti, vive di eventi di carattere pubblico e privato. Non contesto la logica imprenditoriale, per altro pragmatica e funzionale, tuttavia è stato ingenuo dare al pubblico dei prestigiatori un ulteriore motivo per farsi attaccare, occultando, forse non intenzionalmente, la parolina FISM. Che se la siano dimenticata presi dall’entusiasmo? Immagino che sia cosí. A Cesare comunque è mancato qualcosa.

 

SI MA… SI È PARLATO DI MAGIA

Alt. Da qualche parte sui social, riferito al programma e alla critica mossa da Aldo Grasso, ho letto: “l’importante è che se ne parli”. Oltre a rispondere con un sonoro dissenso, vorrei chiedere se davvero pensiamo di poter tirare una scoreggia ed ottenere comunque consensi. Torniamo coi piedi per terra perchè nessuno è Madonna Ciccone che poteva permettersi di pronunciare tale motto.

Se pensate davvero che l’importante è che se ne parli incondizionatamente, il fenomeno Casanova sarebbe quindi da considerare provvidenziale, e qualsosa non torna. Di conseguenza ha poco senso parlare di dati televisivi senza considerare la qualitá di ció che va in onda.

 

Pensiero:

Un’anima romantica decisa a non lasciare il corpo, stretta a quella vita che fu, quando regina indiscussa d’ogni arte richiamava a sè il mondo. Vi si aggrappa con forza, quanta gliene rimane, in balia del vento come seta pur di non cedere. Un’anziana signora. Un fantasma. La magia.

2 commenti su “La Mano Grigia, una critica ponderata a Masters of Magic”

  1. Preciso una cosa sulla regia… non è colpa di Masters of Magic se registi e video operatori sono tanto ottusi. Che si faccia pomeriggio 5, Amici o un programma di magia, non cambia niente, zero elasticitá, nessuno spirito di adattamento.
    Leonardo Carrassi

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